Page 9 - Attacchi alle basi 1940-1943
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NOTA METODOLOGICA


           A seguito di una consultazione particolareggiata del fondo iniziai, nel settembre 2020, la schedatura tecnica e analitica delle unità archivistiche
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           seguendo le regole della scuola archivistica lucchese  e, dunque, degli Inventari di Bongi , con l’ambizioso obiettivo di creare un inventario
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           analitico del fondo.
           Il lavoro si mostrò fin da subito particolarmente complesso; infatti, il fondo, composto da 21 buste è, come esaustivamente riportato nella Guida dei
           fondi conservati presso l’Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare , costituito:
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           «[…] fino alla busta 10 da pratiche relative agli attacchi aerei e navali effettuati contro le basi italiane nella madrepatria e oltremare dal 1940
           al 1943; dalla busta 11 in poi da documentazione relativa a danni provocati da attacchi aerei nemici, elenchi e relazioni delle incursioni nemiche
           compilati dall’Ufficio storico nel 1954 in base ad elementi derivati dal fondo Supermarina - Diari di guerra e dalle prime dieci buste del fondo».


           Nella piena osservanza della tradizione archivistica toscana ho registrato la documentazione in schede ampie ed estese con cinque sezioni così
           individuabili:

                 Intitolazione
                 Elementi estrinseci
                 Le Vecchie Segnature
                 Elementi intrinseci
                 Datazioni
           L’inventario descrive la documentazione fino al livello specifico e segnala, quando necessario, particolari tipologie di documenti o informazioni utili
           alla comprensione del contenuto dei fascicoli.
           Parallelamente alla schedatura, allo scopo di individuare ulteriore documentazione che si integrasse e spiegasse la frammentarietà di alcuni fascicoli,
           si è proceduto ad una più complessiva ricognizione nell’ambito dell’intero archivio volta non solo al campo d’indagine relativo alla difesa delle basi
           ma anche alle azioni navali della Regia Marina nel secondo conflitto mondiale .
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           Nel luglio del 1944, a seguito della liberazione di Roma , furono emesse le prime disposizioni per preservare la perdita dei documenti prodotti dai
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           Reparti e dagli Ispettorati dello Stato Maggiore della Marina.
           Da subito si iniziò con una poderosa azione di recupero degli archivi e, conseguentemente, si avvertì la necessità di un loro riordinamento poiché il
           materiale affluito si presentava non consultabile per il suo rilevante disordine.
           Con la circolare n. 346 del 17 gennaio 1949 sulla conservazione dei documenti della guerra 1939-1945  si operò ad una divisione della documentazione
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           raggruppata in: periodo di «non belligeranza» , conflitto, armistizio e cobelligeranza.
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           Il fondo “Attacchi alle basi”, qui di seguito inventariato, è parte di questo lavoro.





           1.  Da qui il cosiddetto Metodo storico istituzionale: criterio nato in Toscana e sviluppato dal livornese Francesco Bonaini (1806-1874) e dal lucchese Salvatore
           Bongi (1825-1899); Tale metodo è applicato anche alla Guida generale degli archivi di Stato italiani. Ciò premesso cfr. P. D’Angiolini e C. Pavone, Guida generale
           degli archivi di Stato italiani, Roma, Ministero per i Beni culturali e ambientali, 1981, voll. 1-4;
           2.  Cfr. B. Romiti, Gli inventari archivistici della scuola lucchese, in Actum Luce. Rivista di studi lucchesi, Lucca, Istituto Storico Lucchese, 2008, A. XLVII N.2, pp. 137 – 138;
           3.  A. Romiti, Archivistica Generale. Primi elementi, Lucca, Civita Editoriale, 2011, pp. 107-109. Per definizione del professore Antonio Romiti «L’inventario è
           un’entità molto complessa ed articolata che si realizza quale momento conclusivo di un lungo impegno di studio e di lavoro sulle carte durante il quale l’archivista
           ha effettuato operazioni complesse sia in riferimento al riordinamento della documentazione […] sia ai fini della descrizione»; cfr. inoltre A. Romiti, Archivistica
           Tecnica. Primi elementi, Lucca, Civita Editoriale, 2008, pp. 50-53;
           4.  C. Lazzerini, M.R. Precone, A. Venerosi Pesciolini, L’Archivio della Marina. Guida dei fondi conservati presso l’Archivio dell’Ufficio storico della Marina Mi-
           litare, (Istituzioni e fonti militari, 3), Roma, Ufficio storico della Marina militare, 2016.
           5.  Cfr. P. Cimbolli Spagnesi, Dopo la battaglia. Le notizie sulle azioni navali della Regia Marina nella seconda guerra mondiale. Prima parte. in Bollettino d’Ar-
           chivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare (da ora BAUSMM), XXXIV, Gennaio-Marzo 2020; P. Cimbolli Spagnesi, Dopo la battaglia. Le notizie sulle azioni
           navali della Regia Marina nella seconda guerra mondiale. Seconda parte., BAUSMM, Anno XXXIV, Aprile-Giugno 2020;
           6.  Si veda: U. Gentiloni Silveri, M. Carli, Bombardare Roma. Gli alleati e la «città aperta» (1940-1944), Bologna, il Mulino, 2007.
           7.  Per l’attività dell’Ufficio storico della Marina militare dal 1913 al 1949 si veda: Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare (da ora AUSMM), classifica O, b. 1, ff. 1-16.
           8.  Così definisce il professore Umberto Gentiloni Silveri il peculiare lemma: «[…] dalla parte della Germania senza esitazioni ma in una condizione di sospensione
           manifesta […]. Seguendo le parole di Mussolini […] l’Italia: “Non poteva rimanere neutrale per tutta la durata della guerra, senza dimissionare al suo ruolo, senza
           squalificarsi, senza ridursi al livello di una Svizzera moltiplicata per dieci”», U. Gentiloni Silveri, 8 giugno 2020, E l’Italia fascista andò alla guerra, la Repubblica,
           https://www.repubblica.it/robinson/2020/06/08/news/e_l_italia_fascista_ando_alla_guerra-300820094/, (ultima consultazione 11 novembre 2021);


            ATTACCHI ALLE BASI 1940-1943                                                                                     7
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