Page 232 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Castello di Marano di Napoli                            ratore il castello subì un rapido degrado, tant’è che intorno
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                  Oltre ai castelli federiciani pervenutici allo stato di rude-  pia ristrutturazione, operata secondo la tradizione dagli
               re, in non rari casi la loro sopravvivenza fino ai nostri giorni   stessi architetti preposti alla costruzione del Castelnuovo
               deve ascriversi alle stravolgenti trasformazioni e ristruttura-  di Napoli, Bausolino de Lynneais e Pietro de Chaule. Lo
               zioni reiterate nel tempo, non per sopportare le nuove tat-  schema d’impianto è il classico canone planimetrico svevo
               tiche ossidionali ma per sfruttarne i volumi ai fini residen-  di forma quadrilatera di circa 40 metri di lato, con corte
               ziali, imposti da un’edilizia miserabile e degradata, che in   e sei torri anch’esse quadrate poste ai vertici e in posizio-
               alcuni casi come quello in esame, ne rende estremamente   ne rompitratta. Due i piani, dei quali il superiore fu de-
               improba persino l’identificazione. Il castello detto anche   stinato forse nella riqualificazione successiva ad alloggio
               di Belvedere o di Monteleone – dall’ultima famiglia nobile   del castellano, il tutto realizzato in muratura di tufo locale.
               che lo abitò – fu fatto costruire da Federico tra il 1227 e il   Dell’antico splendore sopravvive in maniera miracolosa,
               1230 su di una collinetta prospiciente la Conca di Quarto   sebbene molto ammalorata, un’unica bifora a sesto acuto,
               e più in generale sui Campi Flegrei. Alla morte dell’Impe-  nonché quattro vani circolari, oculi, e il portale modanato.





























































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