Page 232 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Castello di Marano di Napoli ratore il castello subì un rapido degrado, tant’è che intorno
al 1275, sotto la dinastia angioina, si rese necessaria un’am-
Oltre ai castelli federiciani pervenutici allo stato di rude- pia ristrutturazione, operata secondo la tradizione dagli
re, in non rari casi la loro sopravvivenza fino ai nostri giorni stessi architetti preposti alla costruzione del Castelnuovo
deve ascriversi alle stravolgenti trasformazioni e ristruttura- di Napoli, Bausolino de Lynneais e Pietro de Chaule. Lo
zioni reiterate nel tempo, non per sopportare le nuove tat- schema d’impianto è il classico canone planimetrico svevo
tiche ossidionali ma per sfruttarne i volumi ai fini residen- di forma quadrilatera di circa 40 metri di lato, con corte
ziali, imposti da un’edilizia miserabile e degradata, che in e sei torri anch’esse quadrate poste ai vertici e in posizio-
alcuni casi come quello in esame, ne rende estremamente ne rompitratta. Due i piani, dei quali il superiore fu de-
improba persino l’identificazione. Il castello detto anche stinato forse nella riqualificazione successiva ad alloggio
di Belvedere o di Monteleone – dall’ultima famiglia nobile del castellano, il tutto realizzato in muratura di tufo locale.
che lo abitò – fu fatto costruire da Federico tra il 1227 e il Dell’antico splendore sopravvive in maniera miracolosa,
1230 su di una collinetta prospiciente la Conca di Quarto sebbene molto ammalorata, un’unica bifora a sesto acuto,
e più in generale sui Campi Flegrei. Alla morte dell’Impe- nonché quattro vani circolari, oculi, e il portale modanato.
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