Page 2 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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l primo dopoguerra italiano fu uno dei più tormentati d’Europa: i dividendi
                al tavolo della pace erano stati inferiori alle attese, il debito pubblico, la
           I disoccupazione e l’inflazione erano fuori controllo. La lacerazione interna
           alla società, più violenta che nel 1914, era appesantita dalla tragedia di oltre un
           milione di vite perdute, fra vittime del conflitto e della pandemia d’influenza
           spagnola. Dapprima, fra il 1919 e il 1920, il Paese fu percorso da una febbre rivo-
           luzionaria che fece temere lo scoppio di una guerra civile, poi, dal 1921, iniziò
           l’ondata di riflusso, caratterizzata dal nascere della violenza fascista e da tenta-
           zioni sovvertitrici, come l’impresa dannunziana di Fiume. Infine, stordita dalle
           divisioni, dalla crisi economica e dai lutti, l’Italia sembrò quasi acquietarsi or-
           mai sfinita da tanto tormento. Tornato al potere Giolitti la crisi di Fiume fu risol-
           ta, l’inflazione tornò sotto controllo e la smobilitazione militare, del più grande
           esercito italiano di sempre, fu portata a termine. Il Paese parve così ritrovare una
           sua unità e poté accingersi, il 4 novembre 1921, a dare solenne sepoltura in Roma
           alle spoglie del Soldato ignoto. Fu un enorme rito collettivo, che ancor oggi non
           ha eguali, con il quale il Paese sanciva, anche spiritualmente, l’uscita dalla sta-
           gione della guerra e l’ingresso in una nuova era di concordia.
           Nel centesimo anniversario di quell’evento, il Convegno di Studi Storici dello
           Stato  Maggiore  della  Difesa  tenutosi  presso  la  prestigiosa  sede  della  Scuola
           Ufficiali dei Carabinieri a Roma, ha ricordato e posto allo studio degli storici
           quell’appuntamento cruciale per la coscienza nazionale. L’evento è stato orga-
           nizzato con la collaborazione del Commissariato Generale per le Onoranze ai
           Caduti, le Università degli Studi di Ferrara, Padova, Pavia e Trieste. Sono in-
           tervenuti numerosi studiosi, appartenenti al mondo militare e accademico, che
           hanno analizzato, in distinte sessioni: le ragioni di un sacrificio così elevato in
           termini di perdite umane, la composizione della società del tempo, la creazione
           del culto dei Caduti quale “rito laico” in Italia e nelle nazioni uscite dalla guer-
           ra. Gli uffici storici, dal canto loro, si sono soffermati sul “Cittadino Soldato”,
           ovvero su colui che la guerra l’aveva combattuta provenendo dalla società civile.
           L’ultima sessione ha infine posto l’attenzione sulla “Vittoria” con le sue contrad-
           dizioni e suggestioni. Particolare attenzione inoltre è stata posta sul simbolismo
           dei Sacrari militari che custodiscono le spoglie mortali dei nostri Caduti e l’evo-
           luzione, nel tempo, delle celebrazioni del 4 novembre. La chiusura del Convegno
           è stata affidata a due giovani relatori che hanno illustrato il loro punto di vista sul
           Milite Ignoto che, dopo cento anni, appare ancora “giovane” e fornisce un mes-
           saggio di speranza per chi seguirà a lottare per una società più giusta e sicura.
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