Page 302 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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302                            I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015



                                                    Modello 42/60


                  Una volta finita la guerra i paracadutisti italiani continuarono ancora per diversi mesi ad
               utilizzare i residuati bellici britannici. Successivamente non si trovò migliore soluzione che uti-
               lizzare il redivivo casco nero in cuoio per truppe carriste, molto noto perché all’epoca utilizzato
               anche dai motociclisti dei corpi di Polizia, anche municipali: chi non ricorda il vigile Celletti
               interpretato da Alberto Sordi? In controtendenza si hanno fotografie di carabinieri paracadutisti
               negli anni Cinquanta ancora con il modello bellico di specialità.
                  Era quindi evidente che, fatto salvo l’impiego promiscuo di elmetti e caschi di diversa pro-
               venienza, era necessario studiare pure un aggiornamento del precedente modello 42, per la
               combinazione da combattimento per truppe aviolanciate. Questo avvenne a partire dal 1960,
               quando venne distribuita una nuova versione del precedente elmetto da lancio. Esso variava dal
               modello bellico per diversi particolari, sia come rifiniture che come parti componenti. Innanzi-
               tutto il colore divenne, al pari degli altri copricapi metallici, cachi. La parte metallica, a parte
               la ribattitura orizzontale dello spigolo ora assente, era grosso modo delle stesse dimensioni e
               forma. Quello che cambiò di più fu l’interno. La nuova imbottitura era in pelle chiara, mentre la
               stella sul fondo era sostituita da un cerchio in gommapiuma nel quale era stampato il numero di
               taglia. Il sistema di fissaggio al mento, in linea con i soggoli del nuovo 33, era in canapa cachi.
               Esso si incrociava con un sottomento in pelle, mentre gli agganci metallici cromati erano a scor-
               rimento e regolabili. Il paranaso della stessa tonalità dell’imbottitura fu ridotto, divenendo di
               fatto un parafronte. Interessante aggiungere poi, che non potendo utilizzare il telino policromo
               standard, venne tagliato e fissato ai rivetti sfiatatoi con altrettanti fori,  oppure tenuto stretto
                                                                                   474
               con il solito copertone di pneumatico.































                      Differenti fregi per elmetto 42/60: generale di brigata/divisione; Centro di Paracadutismo
                                               (collezioni Vitetti e dell’Autore)






               474 G. Lundari, Come Folgore dal cielo. Uniformi, fregi e distintivi dei parà italiani del dopoguerra 1946-1990,
                   in «Uniformi & Armi», n. 166, febbraio 2010, pp. 20-21.
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