Page 178 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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L’EROE SENZA NOME                                                        Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio



            ghi della guerra, di una salma di soldato sconosciuto che,   diploma e la medaglia di legionario, poi, appoggiata la
            in forma solenne, doveva essere tumulata a Roma. Quasi   mano sul mio braccio disse: “Senti, tu hai già compreso
            tutti gli altri Paesi vi avevano già provveduto, ma molti   che io non vi sarò. Forse sei anche convinto delle mie ra-
            ignorano, forse, che l’iniziativa era stata nostra e preci-  gioni; te l’ho letto negli occhi di soldato. Senti il mio
            samente del generale Douhet, noto precursore della       cuore nel tuo. Io te lo affido volentieri per la grande tra-
            guerra aerea. Con la caduta del Ministero, la “leggina”   versata. Tu sai che io ho già cantato quella di un re mar-
            era rimasta in sospeso, ma il Governo Bonomi, fra i suoi   tire; ebbene, questa è la consegna che ti do insieme col
            primi atti, la ripropose. La disposizione passò all’unani-  mio cuore mentre scrivo le pagine dedicate al Soldato
            mità; in essa però non era precisato né il luogo in cui si   Ignoto che varranno più della mia presenza materiale.
            dovesse scegliere la salma né dove si dovesse poi tumu-  Fa, e tu lo puoi, che tutto il popolo italiano si metta in gi-
            lare. Qualche giornale aveva indicato il Pantheon come   nocchio davanti a quella salma che non ha uguali e pre-
            posto più adatto per ricevere e custodire i resti del soldato   ghi”. Ci lasciammo con un abbraccio.
            che doveva personificare il sacrificio di tutti coloro che   In seguito fui ricevuto dal Re. L’udienza mi venne fissata
            si erano immolati per la Patria e intorno al sacello del   a Racconigi nei primi giorni di ottobre. Esposi al So-
            quale avrebbero dovuto stringersi tutti gli italiani in un   vrano il programma delle cerimonie e del viaggio e que-
            patto di autentica pacificazione. Io proponevo, invece,   sti, dopo averlo approvato, disse: “Va tutto bene, ma se
            per la sepoltura sull’Altare della Patria, ai piedi del mo-  si può, per carità, eliminate i discorsi. Sarà forse perché
            numento equestre di Vittorio Emanuele II, fondatore      io non sono oratore, ma mi sembra che non sia possibile
            dell’unità d’Italia. […] Il 15 settembre, convocato dal Mi-  pronunciare un discorso che si innalzi, anche approssi-
            nistro Gasparotto, per la prima volta si riunì al Ministero   mativamente, alla significazione dell’avvenimento”.
            della Guerra il Comitato d’onore per le onoranze al Sol-  Tornò a leggere l’itinerario di quel simbolico e maestoso
            dato Ignoto. In quella seduta non fu presa alcuna deci-  funerale, poi, alzando gli occhi, aggiunse: “Nel nostro
            sione e il Ministro, che sapeva come sarebbero andate le   vecchio Piemonte, i Principi di Casa Savoia venivano
            cose, per tagliar corto nominò un Comitato esecutivo il   portati all’ultima dimora al rullo dei tamburi scordati,
            quale, mi incaricò di organizzare la cerimonia per la    cioè con le corde allentate. Il loro suono dà un’impres-
            scelta della salma e il suo trasporto da Aquileia a Roma.   sione grandiosa e sembra evocare la sacra maestà della
            Sollecitato da Bonomi, da Gasparotto e dal Sottosegreta-  morte. Desidero che al Soldato Ignoto siano tributati gli
            rio, onorevole Marchi, mi recai a Gardone per parlare con   stessi onori funebri…”. Fece una pausa e disse ancora:
            D’Annunzio e convincerlo a intervenire alla cerimonia.   “Approvo anche che la salma sosti una notte nella Ba-
            Discutemmo per un pomeriggio intero nella villa di Car-  silica di Santa Maria degli Angeli; è la più adatta, sia
            gnacco e ne parlammo ancora durante e dopo la cena. Il   come chiesa sia come edificio, perché ricavata nelle
            Poeta era commosso e tentennante, ma alla fine riprese   vecchie terme romane…”.
            il controllo della propria commozione e disse che, per   Il 28 ottobre ci fu l’apoteosi di Aquileia dove erano state
            nessuna ragione al mondo, sarebbe uscito dalla clausura   riunite undici bare con i resti di soldati raccolti nei luo-
            che si era imposto. “Troppe”, disse, “sono state le delu-  ghi in cui la lotta era stata più aspra. Alcune salme
            sioni perché io possa dimenticarle. Mi hanno deluso so-  erano ridotte alle sole ossa e a qualche brandello d’uni-
            prattutto gli amici e io, con quei “boia”, non voglio avere   forme; altre, trovate fra i ghiacciai alpini, erano quasi
            niente a che fare. […] Prima di congedarmi, D’Annunzio   intatte. Le casse, tutte uguali, vennero chiuse e dispo-
            mi portò nel suo studio e mi diede una sua fotografia, il   ste, in fila, alla sommità di una scalea presso l’altare.























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