Page 179 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando Epilogo
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Su ognuna era distesa una bandiera tricolore mentre un che potessero essere individuabili . Nessuno poteva
festone di lauro scendeva dai piedi di ogni bara. conoscere il luogo di esumazione della salma ricompo-
A rappresentare il Re, era giunto ad Aquileia il Duca sta nella bara scelta da Maria Bergamas, nessuno, al-
d’Aosta, Comandante della 3^ Armata; il Ministro Ga- l’infuori del tenente Augusto Tognasso, come egli
sparotto rappresentava il Governo. Medaglie d’Oro, De- stesso fa intendere.
putati, mutilati e combattenti erano in folla, insieme con Nel settembre 2010, tuttavia, l’Ufficio Storico dello
un gran numero di madri di caduti e vedove di guerra. Stato Maggiore dell’Esercito, rileggendo il memoriale
Dopo la benedizione dei feretri, impartita dal Vescovo dell’onorevole De Vecchi, condusse uno studio riguar-
di Trieste, le campane cominciarono a suonare a gloria. dante la possibile identificazione dell’unità alla quale
Nella piana tuonava il cannone, col rombo cupo e insi- poteva essere ricondotta la salma del Milite Ignoto, va-
stente di tre anni prima; nel cielo liscio e pulito volteg- lutando plausibile quanto riferito dallo stesso onorevole.
giavano gli aerei. Il tempio era pieno di fumo d’incenso “Le località di Castagnevizza e delle foci del Timavo erano
di ceri e di bandiere. Una madre triestina, la vedova state interessate dalla X, XI, e XII battaglia dell’Isonzo. A
Bergamas, che aveva dato alla Patria numerosi figli, Castagnevizza avevano combattuto la Brigata “Lombardia”
venne portata accanto all’altare e invitata a indicare una (X), il 3^ reggimento Bersaglieri (XI), le Brigate “Acqui”
bara. Si inginocchiò e pregò a lungo tenendo il volto fra e “Caserta” (XII); ai combattimenti alle foci del Timavo
le palme delle mani. Quando i suoi occhi s’alzarono, avevano preso parte le Brigate “Toscana” e “Arezzo” (X),
vidi che sostavano, pieni d’ansia, su ogni cassa. Di “Catania” e “Salerno” (XI) e “Padova” (XII).
colpo, come ispirata, si volse a destra e camminò decisa Per quanto evidenziato, le conclusioni dell’Ufficio
verso la seconda bara, davanti alla quale piegò i ginoc- Storico furono le seguenti: “Nella considerazione che
chi. Si tolse poi il velo nero dal capo e lo posò sulla ban- le mostrine della Brigata “Lombardia” (73° e 74° reg-
diera, accompagnando il gesto con un segno di croce. gimenti di Fanteria), contenevano una piccola striscia
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Quello era l’Eletto . azzurra in campo bianco, della quale sarebbe difficil-
Ora soltanto posso fornire le caratteristiche del Soldato mente rimasta traccia; la Brigata “Caserta” (225° e
che riposa sull’Altare della Patria e che nessuno certa- 226° reggimenti di Fanteria) era stata costituita nel
mente conosce. È un fante raccolto alle foci del Timavo; maggio 1917 e aveva preso parte con la III Armata ai
ha le gambe spezzate e il petto forato da una pallottola combattimenti per il ripiegamento dall’Isonzo al
nemica. Ha inoltre lo sterno rotto e il cranio attraversato Piave (ottobre 1917), quindi da posizioni a ovest di
da due colpi. La sua uniforme è lacera e le mostrine, Castagnevizza; i colori della Brigata “Arezzo” (267°
sulla giubba, hanno pallide tracce d’azzurro. […]”. e 268° reggimenti di Fanteria), avevano la metà su-
L’asserzione di Cesare Maria De Vecchi, riguardo la lo- periore della mostrina di colore azzurro in prossimità
calità ove fu riesumata la salma scelta per essere inu- del bottone di fissaggio al bavero e quindi più resi-
mata all’Altare della Patria, venne però smentita dal stente, per cui sarebbe stato più facile trovare le
tenente Augusto Tognasso nel corso della già citata in- tracce del colore anche dopo un periodo sotto terra,
tervista rilasciata al settimanale “Oggi” nel 1959, se- appare plausibile pensare che il Milite Ignoto sia uno
condo la quale, su ordine del generale Paolini, egli, la dei quattrocentodiciassette caduti di quest’ultima
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sera del 27 ottobre, aiutato dai militari presenti nella Grande Unità elementare” .
basilica di Aquileia, procedette a cambiare più volte Plausibile, solo plausibile. Il Milite Ignoto è tale e tale
disposizione dei feretri davanti l’altare al fine di evitare deve rimanere, simbolo di unità e fratellanza.
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In realtà, la bara prescelta fu la decima. Secondo la cronaca del tempo, Maria Bergamas appoggiò il velo sulla seconda bara e dopo essere passata
davanti alle prime, non riuscì a proseguire nella ricognizione accasciandosi al suolo davanti al decimo feretro, abbracciandolo e urlando il nome del figlio.
Secondo la testimonianza della figlia Anna, la madre era decisa a scegliere l’ottava o la nona bara, poiché quelli erano i numeri che ricordavano la nascita
e la morte di Antonio, ma giunta dinanzi alle bare provò un senso di vergogna, e poiché nulla dovesse ricordare suo figlio, scelse la decima affinché il
simbolo che sarebbe andato a Roma fosse davvero un Soldato Ignoto (cit. pag. 128 del testo).
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Oggi, settimanale illustrato, n. 48, 1959.
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Studio n. 3148 STOR1 del 14 settembre 2010 in Archivio Storico dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito.
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