Page 207 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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               precedenti (si vedano gli scritti del citato Antonio Testa oppure lo studio
               del Sandro Pellegrini, che citano gli stessi autori); incidentalmente segna-
               liamo anche il testo del Paolo Giudici, Storia dei viaggiatori, dei navigato-
               ri degli esploratori, Ediz. Nerbini, Firenze 1936, il quale (nelle pagine 71-
               72) cita anch’egli il Lanzarotto ma solo per riportare dati già conosciuti.
                  Vogliamo concludere il capitolo sulle fonti italiane riguardanti Lanza-
               rotto Malocello con l’interessante testo della conferenza tenuta dal pro-
               fessor Geo Pistarino al “Congresso Internazionale de Historia des Desco-
               brimentos”, svoltosi a Lisbona tra il 5 e l’11 settembre 1960 ed intitolata
               “Discussioni su Lanzarotto Malocello”, in cui egli riporta le tesi dei diversi
               studiosi che hanno scritto sull’arrivo del nostro protagonista a Lanzarote.
                  Il Pistarino ricorda anzitutto la tesi di Charles de la Ronciere sulla sco-
               perta effettuata dal Malocello nel 1312 e la permanenza di quest’ultimo
               sull’isola per circa venti anni e successivamente riporta la tesi di Jacinto J.
               Nascimento Moura che (pur affermando la nazionalità genovese del Ma-
               locello) sostiene che l’anno della scoperta sia non il 1312 bensì il 1317,
               poiché Lanzarotto sarebbe stato un navigatore al servizio del Re del Por-
               togallo Dinis (Dionigi).
                  Viene poi riportata la tesi del Sergio da Silvia Pinto, secondo il quale
               Lanzarotto avrebbe scoperto l’isola nel 1324, trovandosi sempre agli ordi-
               ni di Re Dionigi (Dinis) e subito dopo si parla della tesi dello storico por-
               toghese Fortunato de Almeida, poiché questo studioso (nella sua Historia
               du Portogal, III Vol, Coimbra 1925) espone alcuni documenti reperiti in un
               archivio privato ed oggi andati perduti, secondo i quali nel 1370 un certo
               Lanzarote de Framqua, sarebbe morto a Lanzarote dopo averla scoperta
               per conto del Re del Portogallo.
                  Da questa tesi, si sviluppa lo studio di Charles Verlinden, il quale affer-
               ma che l’isola sarebbe stata scoperta nel 1365-67 e che fino al 1385 Lan-
               zarotto sarebbe ivi vissuto (con una sola interruzione nel 1376, per esservi
               riconosciuto come vassallo del Regno del Portogallo).
                  Il professor Pistarino conclude riportando la tesi di Elias Serra Rafols, il
               quale contesta queste due ultime tesi, dichiarando che i documenti su cui si
               basano Fortunato de Almeida e Verlinden sono grossolani falsi di qualche
               secolo fa: per esempio gli indigeni di Lanzarote vengono indicati come
               “gaanches”, termine affine all’originale “guanches”, che però fu ricono-
               sciuto in Europa solo nel XV secolo, indicativo degli abitanti di Tenerife
               e poi esteso a tutti gli abitanti delle Canarie solo nell’800. Pertanto l’unica
               data certa è quella anteriore al 1330.
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