Page 399 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie 399
In realtà il Canale non citò questo documento del 1352, probabilmente
perché anch’egli giunse alla stessa conclusione del Desimoni: che doveva
trattarsi di una persona differente dal Malocello oggetto dei suoi scritti.
Per l’appunto il documento in questione dichiara che, nell’anno 1352,
un Lanzarotto Malocello, figlio del qm. (abbreviazione latina di “quon-
dam”, corrispondente al “fu” degli atti anagrafici italiani) Argone veniva
dichiarato maggiore di quindici anni, ma posto sotto l’autorità del curatore
Pietro Malocello.
Da ciò, conclude il Desimoni, si deve intendere che questo Lanzarotto
era troppo giovane per poter essere lo scopritore dell’Isola in cui diede
nome, avendo nel 1352 poco più di quindici anni.
Il Desimoni azzarda anche due ipotesi. La prima è che questo secon-
do Lanzarotto sia identificabile col Lanzarotto deceduto a Famagosta nel
1372, nel corso di un grave tumulto ivi verificatosi tra Genovesi e Vene-
ziani; il che sarebbe logico, poiché lo scopritore delle Canarie nel 1372
sarebbe stato troppo vecchio per avere la forza di scontrarsi fisicamente
con i Veneziani.
La seconda congettura è che questo omonimo fosse un discendente del
nostro Lanzarotto; ipotesi altrettanto probabile poiché era costume delle
famiglie italiane, non solo di allora ma anche di oggi, l’attribuire ai nuovi
nati il nome di battesimo degli avi più importanti. Ciò spiegherebbe che il
“quondam” Argone abbia voluto onorare l’illustre scopritore d’isole dedi-
candogli il proprio figlio
* * *
Nella biblioteca di famiglia di chi scrive è stato reperito un curioso
libretto ivi giacente da oltre mezzo secolo, sicchè non si può sapere quale
tra gli antenati lo comprò. Fatto sta che il volumetto si intitola “Lanzerotto
Malocello” ed è stato scritto dal noto romanziere italiano Umberto Goz-
zano. Già questo particolare deve fare intendere che non si tratta di opera
scientifica, bensì meralmente ludica.
Del resto il volumetto, in formato di cm 12x17 con rilegatura in tela
blu, risulta composto di circa 172 pagine ed all’ultima pagina reca la stam-
pigliatura “Agliè Canavese 12/2/43” come data di stesura e la successiva
dicitura “Finito di stampare il 3 luglio 1943 in Milano” a cura della non
meglio conosciuta “Casa Editrice O. Zucchi Società Anonima, Via Cesare
Battisti, 8 Milano”.
Il libricino, come si diceva, non ha pretese scientifiche, trattandosi di

