Page 429 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie                                              429



                          è una misura anche nel sogno ad occhi aperti. Ed è proprio la
                          misura a calar giù dal cielo il mito, affrescandolo d’umano.
               V’E il tutto si coglie in un istante; è proprio in quel frammento
               di tempo che prende forma e contenuto tutto quello che all’improvviso s’è
               pensato. Chissà in quale giorno - un’alba, un tramonto - avrà transitato
               nella mente di Lanzarotto Malocello quell’istante  Da frammento del dive-
               nire, quell’istante invece che dissolversi s’è mutato in un piccolo mausoleo
               di senso, architettura che s’oppone al transitorio. Istante come scrigno
               dell’impresa,  come  azione,  come  intuizione  che  distingue  un’esistenza.
               Lanzarotto Malocello come artefice di una delle traiettorie più incredibili
               della Storia. Egli sulla scia dei Fenici, dei Romani s’avventurò per mondi
               dove ogni orizzonte, ogni alba e tramonto, significava illudersi di avvistare
               Dio. E del resto, cos’è l’avventura se non una richiesta profonda, silente,
               di cogliere l’Assoluto?
                  Lanzarotto Malocello come artefice di un momento cruciale di un’epo-
               ca non ancora distinta come “Storia Moderna”. Se egli appartiene al XIV
               secolo, e dunque a quel mondo ancora definito “medievale”, vero è che
               egli anticipa le grandi scoperte dell’Era Moderna, non calandosi mai nei
               panni del Conquistatore ma in quelli, più giusti, dell’Esploratore. Uomo
               di orizzonti, ovvero di conoscenza, recherà con sé quei frammenti di civiltà
               propri di una città mercantile ma anche quei princìpi di humanitas con i
               quali ci si inoltra per avventure di cui s’ignora il destino. E se rimase in
               una delle isole dell’Arcipelago per più di venti anni, nell’area sacra della
               sua casa da cui puntare l’oceano non più temuto, fu forse perché il suo
               animo pacifico, spoglio da qualsiasi idea di lotta e di conquista, trovò in
               quel punto del mondo un luogo dove poter vivere, quasi un Eden possibile,
               a portata di mano. Fu dunque portatore di quiete in quell’angolo di mondo
               delle Isole Canarie. Quale distanza da coloro che si metteranno per mare
               nei secoli successivi! Quanta distanza dalle parole conquista, spoliazione,
               sangue! E così, per come abbiamo attraversato il personaggio “Lanzarot-
               to Malocello”, non ci pare azzardata per lui la definzione di protagonista
               di pace, laggiù, tra le tempeste dell’oceano e quelle ben più crudeli degli
               uomini che verranno.

                                                             Dott. Fernando Acitelli
                                                                   giornalista, scrittore
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