Page 82 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Il primo Gli ufficiali inglesi che avessero voluto contattare il S.O.E. dovevano farlo
organigramma
del riorganizzato tramite il War Office, per questioni militari o paramilitari; l’Admiralty, per quelle
S.I.M. a Brindisi. navali e l’Air Ministry per quelle aeronautiche. Per tutte le altre esigenze do-
vevano rivolgersi a un Inter Services Research Bureau. In caso di restanti dubbi
Nella pagina a
fianco: sull’esatto interlocutore per il S.O.E., era necessario contattare il Security Officer
il primo foglio del War Cabinet. Era assolutamente vietato usare o riferirsi al nome S.O.E. nelle
di un verbale conversazioni telefoniche e inserirlo in chiaro negli indirizzi salvo quanto pre-
del 23 settembre
1943 riguardante visto col sistema della ‘doppia busta’.
l’organizzazione Con la fine della guerra il S.O.E. ebbe di fronte un incerto futuro. Furono isti-
di un gruppo tuiti due comitati: uno presieduto dal presidente del Joint Intelligence Committee
italiano operativo (J.I.C.) e un altro sotto la presidenza dei Capi di Stato Maggiore. Ambedue i
da impiegare con
le Forze Alleate. Comitati conclusero che occorreva maggiore coordinamento del S.O.E. con il
S.I.S., ma nessuno ne consigliò la chiusura. Nel 1946 il S.O.E. rientrò comunque
nell’alveo del S.I.S., ritornando alla situazione precedente al 1940, quando la
Sezione ‘D’ era stata scorporata e aveva dato origine al nuovo Servizio.
Nel periodo della guerra, la frammentazione di competenze e l’attività pro-
vocò non pochi problemi nella compagine alleata, soprattutto in seno all’intel-
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