Page 609 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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608 LUIGI POLI
nell'esercito popolare liberatore jugoslavo. Comandanti: prima Oxilia Vi-
valda e Cilieri e poi Ravnik, Pressini e Zavattaro.
Ricordiamo la resistenza dei fanti, degli artiglieri e dei marinai in
Grecia e nell'Egeo. Infine ricordiamo le brigate autonome in Italia che erano
costituite quasi esclusivamente da ufficiali, sottufficiali e soldati dell' eser-
cito. Anche qui in Piemonte ricordiamo i partigiani di Mauri e della divi-
sione autonoma di Poli o in Friuli la Osoppo. Più militari che civili.
Nel sud e nell'Italia centrale poi vi fu una osmosi inversa tra forma-
zioni partigiane e militari. Giunti gli alleati e le FF.AA. di liberazione,
i partigiani di quelle formazioni non vollero deporre zaino e fucile, ma
salutati i parenti ormai liberati, operarono a fianco degli alleati e degli
italiani come i magnifici alpini della brigata Maiella. A Filottrano, si ar-
ruolarono nei gruppi di combattimento come gli altrettanto valorosi par-
tigiani del Valdarno e della brigata Gordini comandata dalla M.O. Boldrini.
Tutto ciò lo abbiamo sentito in maniera più completa, dalla viva vo-
ce dei testimoni, le M.O. Sogno e Li Gobbi, l'On. Geuna l'avv. Serafini,
l'ammiraglio Fedele e tanti altri. In sintesi dobbiamo e possiamo dire che
non c'è dubbio che un'impronta militare ha permeato il movimento par-
tigiano; ma soprattutto vi fu una continua simbiosi che, sotto l'ottica di
una ideologia comune, ha determinato una epopea comune tra resistenza
e guerra di liberazione.
In conclusione: 300 000 uomini con le stellette nella guerra di libera-
zione, tanti uomini con le stellette nelle formazioni partigiane, 600 000
uomini con le stellette nei campi di prigionia, un milione di giovani con
le stellette coinvolti direttamente o indirettamente in questa tragica epo-
pea nazionale.
Nella ricorrenza del cinquantenario abbiamo voluto mettere punti
fermi nella storiografia di questi anni e fare della storia, raccogliendo dot-
te relazioni e appassionate testimonianze. Anche con questo convegno fac-
ciamo della storia e con gli atti che seguiranno, della preziosa storiografia.
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