Page 609 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               nell'esercito popolare liberatore jugoslavo. Comandanti: prima Oxilia Vi-
               valda  e  Cilieri  e  poi  Ravnik,  Pressini  e  Zavattaro.
                    Ricordiamo  la  resistenza  dei  fanti,  degli  artiglieri  e  dei  marinai  in
               Grecia e nell'Egeo. Infine ricordiamo le brigate autonome in Italia che erano
               costituite quasi esclusivamente da ufficiali, sottufficiali e soldati dell' eser-
               cito. Anche qui in Piemonte ricordiamo i partigiani di Mauri e della divi-
               sione  autonoma  di  Poli  o  in  Friuli  la  Osoppo.  Più  militari  che  civili.
                    Nel sud e nell'Italia centrale poi vi  fu  una osmosi inversa tra forma-
               zioni  partigiane e militari. Giunti gli  alleati  e  le  FF.AA.  di  liberazione,
               i  partigiani  di  quelle  formazioni  non  vollero  deporre zaino  e  fucile,  ma
               salutati  i  parenti  ormai liberati,  operarono  a  fianco  degli  alleati  e  degli
               italiani come i magnifici alpini della  brigata Maiella.  A Filottrano, si  ar-
               ruolarono nei gruppi di combattimento come gli altrettanto valorosi par-
               tigiani del Valdarno e della brigata Gordini comandata dalla M.O. Boldrini.
                    Tutto ciò lo abbiamo sentito in maniera più completa, dalla viva vo-
               ce  dei testimoni, le  M.O. Sogno e Li  Gobbi, l'On. Geuna l'avv.  Serafini,
               l'ammiraglio Fedele e tanti altri. In sintesi dobbiamo e possiamo dire che
               non c'è dubbio che un'impronta militare ha permeato il movimento par-
               tigiano;  ma soprattutto vi  fu  una continua simbiosi  che,  sotto l'ottica di
               una ideologia comune, ha determinato una epopea comune tra resistenza
               e guerra  di  liberazione.
                    In conclusione: 300 000 uomini con le stellette nella guerra di libera-
               zione,  tanti  uomini  con  le  stellette  nelle  formazioni  partigiane,  600 000
               uomini con le  stellette nei campi di  prigionia, un milione di giovani con
               le  stellette coinvolti direttamente o indirettamente in questa tragica epo-
               pea  nazionale.

                    Nella  ricorrenza  del  cinquantenario  abbiamo  voluto  mettere  punti
               fermi nella storiografia di questi anni e fare della storia, raccogliendo dot-
               te relazioni e appassionate testimonianze. Anche con questo convegno fac-
               ciamo della storia e con gli atti che seguiranno, della preziosa storiografia.






















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