Page 40 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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L'ULTIMA  FASE  DELLA  GUERRA  IN  ITALIA                          37

               a sud del Po si sarebbero trovate accerchiate, con conseguente possibilità
               per le forze alleate, di superare il Po e raggiungere il lago di Garda. Aven-
               do l'O.K.W. (Hitler in persona) categoricamente vietato qualsiasi ricorso
               alla difesa elastica (operazione "nebbia autunnale") con irrigidimento sul-
              l' Adige, le già scarse speranze tedesche di  "bloccare" gli Alleati venivano
               ulteriormente ridotte. Il Gen. Kesselring aveva proceduto al riadeguamento
               del  suo  dispositivo  in  base  a  due valutazioni:
                  inesistenza, nel settore occidentale, di un ragionevole obiettivo remu-
                  nerativo  da  perseguire  da  parte degli  Alleati;
                  possibilità, nel settore orientale, di uno sbarco anfibio da parte degli
                  anglo-americani, malgrado le acque poco profonde e le spiagge infide
                  dell'Adriatico. Pertanto era stato deciso di gravitare sulla fascia adria-
                  tica  ed era stato spostato a  Bologna il limite di settore tra le  Armate
                  (14a  A.  ad  ovest  e  10a  ad  est).

               (2)  Piano  del  XV  Gruppo  di  Armate
               (a)  Considerazioni  geotopografiche
                   Il problema della conquista di Bologna era stato attentamente esami-
               nato dagli Alleati: era ugualmente oneroso attaccare sia in pianura (corsi
               d'acqua della Romagna) sia in montagna. Inoltre non si  pensava soltanto
               a Bologna, ma ad un vasto movimento avvolgeva che avrebbe dovuto ac-
               cerchiare le  forze tedesche (impedendone la  ritirata sulle Alpi) con attac-
               chi convergenti delle due Armate. L'aspetto più importante del problema
               era il corso del fiume Reno, che fa da collettore a tutti quei fiumi che scor-
               rono verso nord (rallentamento per l'avanzata dell'Sa  Armata), mentre il
               terreno tra Reno  e Po è libero da  ostacoli  fluviali  importanti e possiede
               un'ottima rete  stradale. Di conseguenza, la  miglior soluzione del proble-
               ma  veniva  ritenuta  quella  di:

                  far  avanzare la  5a  Armata ad ovest del Reno,  in  corrispondenza del
                  percorso del fiume  rivolto a  nord e,  sboccata in pianura, sfruttare il
                  successo in direzione nord fino al Po sull'asse Modena-Ostiglia-Verona
                  (S.S.  n.  12);
                  far passare l'Sa  Armata a nord del Reno- fra questi e le Valli di Co-
                  macchio - in modo da ridurre i corsi d'acqua da attraversare, e pro-
                  seguire  sull'asse  Ferrara-Rovigo-Padova  (S.S.  n.  16).
                    Queste due branche avrebbero dovuto accerchiare le  forze  nemiche
               nella  zona  di  Bondeno  (a  nord  della  "grande curva"  del  Reno).








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