Page 193 - Fiori della Pietraia - Invenzioni e Sviluppo delle tecnologie durante la Grande Guerra
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Decennio dopo decennio, i progettisti romani se ne servi- porto statico per tutto il tempo dell’indurimento. E forse pro-
rono per strutture sempre più ardite superando, paradossal- prio per agevolarne il rapprendersi, le colate si effettuavano a
mente, soprattutto l’ostilità derivante dall’essere quella nuo- strati con corsi orizzontali, e grazie all’abbondante impiego di
va tecnica vista quale alternativa povera della pietra, finendo malta, il conglomerato si trasformava in un monolito artificia-
per imporla come tecnica edilizia per antonomasia. Poiché, le, processo che l’introduzione dei mattoni bipedali velociz-
come accennato, il miscuglio appena confezionato era fluido, zò ulteriormente, rendendo l’opus latericium il più utilizzato.
al pari dell’odierno calcestruzzo cementizio doveva necessa- Una interessante conseguenza di quanto appena deline-
riamente essere colato o costipato in apposite casseforme. Di- ato, peraltro scarsamente conosciuta, fu che tanto gli archi
versamente da noi, però, raramente quest’ultime si realizzava- che le volte ottenute con gettate di calcestruzzo, ebbero sol-
no con tavoloni di legno, ma con due paramenti in muratura tanto l’apparenza e non la statica degli archi e delle volte
destinati a integrarsi con la gettata, da cui la definizione ge- propriamente detti. L’acquisizione di una saldezza mono-
nerica di opera a sacco, che in base alla precipua tipologia dei litica al termine del processo di solidificazione infatti, al
paramenti trasse il nome specifico. Pertanto quando realizza- di là della loro connotazione formale, li rendeva del tutto
ta tra blocchetti di pietre irregolari si chiamò opus incertum, analoghi a delle piattabande o a dei colossali coperchi, an-
di pietre quadrate opus reticulatum; tra muri di mattoni opus nullando qualsiasi spinta laterale. La cupola di S. Pietro e
latericium, di tegole smarginate opus testaceum; tra paramenti
reticolati con ammorsature in mattoni, opus mixtum; tra corsi In basso: Ruderi della cupola del tempio di Diana di Baia: evidente il
alternati di laterizi e blocchetti di tufo opus vittatum; tra telai suo monolitismo
di legno opus craticium, tanto per citare le principali maniere Alla pagina a sinistra
il cui nucleo, al di là della parvenza esteriore, restava sempre In alto a sinistra: Frammento murario in opus incertum
e comunque il medesimo solidissimo calcestruzzo. Va osser- Al centro: Frammento murario in opus reticolatum
In alto a destra: Frammento murario in opus latericium
vato al riguardo che la funzione dei paramenti non si riduceva In basso a sinistra: Frammento murario in opus mixtum
a quella di mera cassaforma poiché fornivano un saldo sup- In basso a destra: Frammento murario in opus craticium
parte terza - attinenze all’edilizia ed alla meccanica 191