Page 118 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                                                                                    tare della CRI durante
                                                                                    una cerimonia a Firenze
                                                                                    nel 1923

























                  La circolare istituente i fregi modello 1925, a cui erano allegate ventidue riproduzioni a
               grandezza naturale, terminava dicendo che «alla distribuzione dei fregi provvederà il Mini-
               stero». Probabilmente si voleva così interrompere la libertà di procurarsi in proprio le insegne
               fuori ordinanza per l’elmetto. Allo stesso tempo non venne presa in esame la descrizione degli
               attributi frontali per i generali.
                  Interessante poi citare i fregi, di istituzioni diverse dal Regio Esercito, utilizzati durante gli
               anni Venti. Come durante la guerra mondiale, il Corpo militare della CRI ebbe per emblema
               una stella con inscritta una croce rossa sul fondo bianco (con apposizione di corona per gli uffi-
               ciali), mentre quello del Sovrano Militare Ordine di Malta iniziò ad applicare la sua particolare
                                                  196
               croce dei Cavalieri di San Giovanni.  La Regia Marina, sull’elmetto grigio-azzurro, mantenne
               l’ormai consolidata ancora sormontata dalla corona reale, sempre in metallo. La Regia Guardia,
               che adottò l’elmetto di colore nero nel 1920, ebbe un fregio molto appariscente e ricercato in
               metallo bianco: lo scudo Savoia (spesso a più colori) avvolto da due serti di foglie, sormontati
               da un’aquila con le ali spiegate. Il Corpo, una volta divenuto agenti di Pubblica Sicurezza,
               confermò un fregio policromo, dove iniziò a comparire ad alternanza il nodo Savoia o il fascio
               littorio alla base dell’aquila stilizzata; il guscio tornò grigio-verde, mentre lo scudo sabaudo era
                                                                                                        197
               a fondo rosso e croce bianca. La R. Guardia di Finanza introdusse un nuovo fregio metallico,
               che utilizzava con l’elmetto solo in servizio di ordine pubblico. Facevano eccezione le prescri-
               zioni personali al comandante in 2ª e ai comandanti di Zona, che avevano l’obbligo dell’elmetto
               con la grande uniforme «sotto le armi, in ogni servizio a cavallo anche non al comando di trup-
               pa e quando passino truppe in rivista in occasione di riviste e parate» e sempre con l’uniforme
               di marcia. 198




               196 A. Brambilla, Quelli della croce ottogonale. Il Corpo militare del sovrano ordine di Malta, in «Uniformi &
                   Armi», n. 161, settembre 2009, pp. 25-27.
               197 Il fregio venne ricavato artigianalmente dalla sezionatura del precedente fregio modello 1892 da bombetta.
                   Venne creato così ex novo un’originale insegna, che durante tutti gli anni Venti andò ad ornare le Fiamme
                   gialle nei diversi contesti in cui era d’obbligo il copricapo metallico; G. Severino, op. cit., pp. 32-34.
               198 S. Ales-A. Viotti, L’Italia in guerra, op. cit., p. 329.
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