Page 121 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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ANNI VENTI 121
Elmetto modello 16 della Pubblica Sicurezza
(collezione Schiavilla)
Tornando invece ai fregi del
Regio Esercito, si arrivò a una
circolare che cambiò molto la
forma dei fregi: la n. 145 del 1°
marzo 1928. In essa venne de-
scritto il fregio metallico penta-
gonale per le truppe della nuova
specialità Carri Armati, fino ad
allora compresa nella fanteria
con gli stessi attributi. Il relati-
vo stemma – sempre in argento
come l’arma madre – era:
«formato da una mitragliatrice
incrociata con un cannoncino, con granata in corrispondenza del punto d’incrocio, sormontata
da fiamma. Nella parte inferiore vi è un carro armato. E’ in lastra di metallo brunito di spessore
da mm 1 a 1,1. Sul rovescio dei fregi sono applicate, mediante saldatura con lega d’argento,
alla distanza di cm 3 fra loro, due alette per l’applicazione dei fregi al berretto o all’elmetto. Il
fregio finito è leggermente incurvato, con la parte concava verso l’esterno. E’ alto mm 70, pesa
gr 19,8». 200
Tale fregio venne esteso anche agli ufficiali di arma combattente, effettivi al reggimento
carri armati, con la circolare n. 580 del 18 settembre 1930 del Giornale Militare. Il disegno,
all’interno del pentagono, simile a quello da truppa si differenziava nella parte inferiore. Il carro
armato venne sostituito da una piastra corazzata, due ruote e un pezzo di cingolo.
Fregi per carristi adottati alla fine degli anni Venti: per berretto, elmetto e controspalline (1928);
da copricapo (1930)
200 Circolare n. 145 del 1°/3/1928 (Direzione generale servizi logistici) del Giornale Militare.

