Page 179 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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ANNI TRENTA                                          179


                                                    Regia Marina


                  Come si è visto, finita la guerra mondiale, ancora per tutti gli anni Venti e Trenta alcuni
               reparti operativi a terra (San Marco e compagnie navali da sbarco) continuarono ad utilizzare
               l’elmetto metallico. A differenza delle armi e specialità dell’Esercito, i fregi della Regia Marina
               furono tutti uguali, composti da un’àncora di tipo ammiragliato, sormontata dalla corona reale,
               il tutto del colore giallo. L’emblema, dipinto o a decalcomania, era di fattura molto ricercata,
               spesso addirittura in rilievo. 246
                  Già accennata in precedenza, è interessante ora citare la Monografia sull’uso delle buffet-
               terie e del telo mimetico per tenda del 1931. Essa rappresenta una rara testimonianza dell’uso
               del copricapo metallico all’inizio del decennio. In questo opuscolo vengono riprodotte alcune
               interessanti fotografie e disegni in cui l’uso dell’elmetto (senza fregio frontale) viene abbinato
               – senza mai essere citato esplicitamente – alla buffetteria modello 1925 per forza da sbarco per
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               militari armati di moschetto oppure indossando il telo tenda.  La riprova dunque che anche le
               compagnie da sbarco del Corpo equipaggi marittimi avesse come dotazione l’elmetto, anche
               se negli appositi regolamenti sul vestiario, di volta in volta prodotti dalla Direzione centrale di
                                                                            248
               commissariato militare marittimo non ve ne sia alcuna traccia.  Come per il caso del Regio
               Esercito (ben espresso dal generale Modena nella citata 38ª seduta del Consiglio dell’Esercito)
               si nota una perdurante singolarità: l’elmetto metallico faceva parte dell’uniforme delle Forze
               Armate di terra e di mare (quanto meno in alcune tenute di essa), ma non del vestiario e spesso
               neppure dell’equipaggiamento.  Rimase – e in parte rimane pure oggi – in un autentico e si-
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               lenzioso limbo normativo e logistico ad opera delle diverse amministrazioni militari.


                  Infine, dopo quello del 1929, il Regolamento del 1936 iniziò ad unire sia le norme di discipli-
                                                               250
               na sull’uso delle uniformi sia l’Album delle divise.  Per la prima volta si vide normata in modo
               esplicito la dotazione dell’elmetto anche per gli ufficiali. L’uso era quello dell’uniforme sotto
               le armi,  sia nella versione estiva che invernale, dove al posto del berretto veniva prescritto il
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               copricapo metallico con l’ormai tradizionale segno frontale distintivo. Questo tipo di dotazione,


               246 In S. Savino, op. cit., p. 45, si parla di differenza tra àncora reale e àncora imperiale, in relazione ad un’even-
                   tuale differenza stilistica a seguito della proclamazione dell’impero nel 1936.
               247 Ministero della Marina, Monografia sull’uso delle buffetterie e del telo mimetico per tenda, Istituto poligrafico
                   dello Stato, Roma 1931, pp. 19-21, 27, 29, 47.
               248 Ministero della Marina, Tariffa dei prezzi degli effetti di vestiario costituenti il corredo normale e speciale dei
                   militari del Corpo reale equipaggi marittimi, dei sottufficiali di Marina e dei militari indigeni della R. Marina,
                   degli accessori, dei tessuti e degli effetti in via di eliminazione, Istituto poligrafico dello Stato, Roma edizioni
                   1931, 1932, 1937; Ministero della Marina, Norme e tabelle per il vestiario dei sottufficiali di Marina, dei
                   militari del Corpo reale equipaggi marittimi e dei militari indigeni della R. Marina, Istituto poligrafico dello
                   Stato, Roma edizioni 1931 e 1935.
               249 Ministero della Guerra, Istruzioni sul servizio del materiale del gruppo C presso i Corpi. Materiali apparte-
                   nenti al servizio di artiglieria, Istituto poligrafico dello Stato, Roma 1939, pp. 34-57. In questa pubblicazione,
                   nonostante la dovizia di particolari sulla conservazione e manutenzione delle armi e dei materiali, l’elmetto è
                   un perfetto sconosciuto. Stessa sorte in Ministero della Guerra, Raccolta dei conti di costruzione degli oggetti
                   di corredo e di equipaggiamento generale, Provveditorato generale dello Stato, Roma 1932 e Ministero della
                   Guerra, Raccolta dei conti di costruzione degli oggetti di corredo e di equipaggiamento generale. Parte I
                   Oggetti per le truppe metropolitane, Istituto poligrafico dello Stato, Roma 1940.
               250 Ministero della Marina, Regolamento sulle divise, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria, 1936.
               251 Tale uniforme partiva dalla piccola divisa invernale o estiva con l’aggiunta degli accessori tipici di una tenuta
                   armata; G. Galuppini, op. cit., Volume II (1919-1995), pp. 81-82.
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