Page 149 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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               Appendice i


               La famiglia Malocello e la Chiesa cattolica




                          erita un breve approfondimento l’esame dei rapporti tra la fa-
                          miglia  Malocello  e  la  Chiesa.  Per  primo  Simone  Malocello
               M risulta essere canonico della Cattedrale di Genova e il sito In-
               ternet della sede vescovile di Alba in Piemonte riporta la notizia secondo
               cui il predetto Simone nel 1226 sarebbe stato delegato dal Papa Onorio II a
               diramare la controversia sorta tra l’abate di San Quintino di Spigno e l’ar-
               ciprete della Parrocchia di San Michele di Cortemilia, in diocesi d’Alba, in
               merito al pagamento delle decime a quest’ultima spettante.
                  Un monumentale testo stampato a Genova nel 1780 col chilometrico
               titolo: “Descrizione delle pitture, sculture, e architetture ecc. che trovansi
               in alcune città, borghi, e castelli delle due Riviere dello Stato Ligure qui di-
               sposti in ordine alfabetico coll’aggiunta dè saggi cronologici riguardanti il
               Dominio tutto della Serenissima Repubblica di Genova”, riporta alla pag.
               210 l’elenco dei Vescovi di Ventimiglia, indicando nell’anno 1328 “Fr.
               Pietro Malocello”: si tratta di un contemporaneo del nostro Lanzarotto, la
               cui figura è ben tratteggiata da un’altra pregevole opera intitolata “ Storia
               della città di Ventimiglia” (Girolamo Rossi, Torino 1857, tipografia Bare-
               ra, pagg. 173-174). Il vescovo Pietro Malocello assunse la cattedra episco-
               pale il 6 settembre 1328: egli proveniva dall’Ordine dei Frati Predicatori
               ed era definito “prelato di soda pietà e di intemerati costumi”, reggendo
               la sua diocesi fino al 1345. Il piemontese autore Girolamo Rossi aggiun-
               se che egli meritò sempre, anche dopo morto, grande devozione. Il Rossi
               (nel concludere le due pagine su Pietro Malocello vescovo di Ventimiglia)
               aggiunse un curioso aneddoto volto ad esaltare la santità del vescovo Ma-
               locello financo in episodi non coinvolgenti direttamente la sua persona, ma
               solo i propri fedeli.
                  L’aneddoto è il seguente: un abitante di Castel Delfino a nome Gu-
               glielmo Vitrola, viaggiando col proprio figlio da Sospetto a Montone, fu
               attaccato da briganti di strada che gli uccisero il figlio e trascinarono il po-
               vero padre in una grotta, ove lo rinchiusero, al fine di chiedere un riscatto.
               Questo parrocchiano del vescovo Malocello fece voto al Beato Teobaldo
               da Mondovì di andare per sette anni in pellegrinaggio, se fosse scampato
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