Page 147 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
P. 147
dall’Italia alle Canarie 147
traffici navali, magari con la “raccomandazione” dei rami più potenti della
famiglia (visto che il nostro non sembra rientrarvi).
Comunque, diamo anche noi per scontato che i nonni od i genitori di
Lanzarotto Malocello siano stati armatori navali: a questo punto sorge una
nuova domanda: essi erano commercianti abituati a navigare nel Mediter-
raneo (e magari oltre?) oppure erano semplici pescatori di piccolo cabotag-
gio nel Golfo di Genova?
Noi dovremmo propendere di più per la prima ipotesi, in parte per
quanto fin qui raccontato ed in parte perché condividiamo le tesi sostenute
dalla recente opera “Gli orizzonti aperti: profili del mercante Medievale” a
cura di Gabriella Airaldi, Ed. Pavia, Torino 1997, in particolare ved. Capp.
VI e VII.
La tesi sostenuta in questa opera è assai innovativa, anche se ardita: in
breve si afferma che, a partire dalla fine dell’Alto Medioevo i mercanti
italiani delle regioni costiere della penisola si siano spinti sempre più lon-
tano ed abbiano cominciato a fondare delle colonie sia in Paesi rivieraschi
cristiani, sia nell’Impero Bizantino, sia in Paesi mussulmani: queste colo-
nie (col passare dei secoli) sarebbero diventate più numerose come vere
e proprie entità autonome ed in quanto tali avrebbero goduto di formali
riconoscimenti da parte dei singoli monarchi sul cui territorio si veniva a
stanziare tale entità (Fondaco dei Genovesi, Quartiere dei Veneziani, Co-
munità dei Pisani, ecc.).
La tesi degli autori è che i mercanti dell’epoca potessero essere divisi in
due grandi categorie: coloro che partivano per trasferirsi definitivamente in
queste colonie d’oltremare, pur mantenendo i contatti con la madrepatria a
causa delle continue rimesse commerciali e – al contrario – coloro che par-
tivano “senza mettere radici” cioè per tornare a casa dopo aver acquistato
le merci da importare, per poi intraprendere un nuovo viaggio.
La conclusione degli autori è che vi sarebbe stata una “estrema mobili-
tà” degli Italiani dall’Alto Medioevo in poi.
Non è questo il luogo per aprire un dibattito al riguardo, tuttavia si ritie-
ne di poter condividere (almeno a grandi linee) le tesi degli autori, poiché
anche le nostre fonti, su cui ci soffermeremo nei capitoli successivi, sem-
brano suffragare tale ipotesi.
Pertanto vogliamo passare ad introdurre altre argomentazioni.

