Page 53 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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rentables, reculent devant un savoir positif et dominateur” .
Un savoir positif et dominateur di cui erano sicuramente dotati quei ven-
ti cittadini sabedores de mar in grado di assumere il comando di vascelli,
galere o navi a vela e tracciare e determinare le rotte, che Emanuele Pes-
sagno si impegna a mettere a disposizione del re Dionigi di Portogallo con
l’accordo del 1° febbraio 1317 col quale questo mercante genovese, che da
più di dieci anni navigava ormai con continuità tra Genova e l’Inghilterra,
riesce ad ottenere il titolo di “ammiraglio”, trasferibile anche ai suoi eredi,
oltre ad una nutrita serie di vantaggi e privilegi di natura commerciale e
fiscale, trasmissibili pure agli eredi. Un savoir positif et dominateur che in
un contesto di questo genere rende possibile la riscoperta delle Canarie da
parte di Lanzarotto Malocello prima e di Niccoloso da Recco ed Angelino di
Tegghia dei Corbizzi poi.
Per arrivare a questi primi risultati concreti, che nell’arco di due seco-
li spalancarono all’iniziativa espansionistica europea quasi l’intero globo,
questi marinai avrebbero dovuto perfezionale e mettere a frutto proprio quel
sapere sollecitato e prodotto dalle nuove e sempre più impellenti spinte di
natura economica che si era andato definendo e perfezionando nella pratica
di navigazione nel Mediterraneo esercitata nei decenni precedenti fino ad
essere in grado di giungere gradualmente a conoscere e a dominare un nuo-
vo spazio, vale a dire quella vasta porzione dell’Atlantico situata ad ovest
ed a sud della penisola iberica che ha come suoi confini gli arcipelaghi delle
isola Canarie ed Azzorre, nella quale si trova l’arcipelago di Madera e nella
quale soffia un vento costante da sud: una distesa d’acqua, la cui progressiva
conoscenza avrebbe alla lunga fornito la chiave per la navigazione verso i
nuovi mondi. Infatti fu imparando ad andare dalla Spagna alle Canarie, ma
soprattutto a ritornare lottando contro una corrente costantemente contra-
ria, che i marinai affinarono gradualmente e forse anche inventarono alcune
delle componenti e capacità che avrebbero permesso loro di veleggiare in
seguito alla volta dell’America, delle Indie orientali ed attorno al mondo.
In questo modo l’universo atlantico, da sede privilegiata dell’immagina-
rio fantastico medievale, popolata dalle mirabilia alimentate da una geogra-
fia teologica di fronte alla quale ogni dimensione fisica ed umana perdeva
interesse e significato, si sarebbe trasformato un po’ alla volta in un terreno
di lotta, in un dominio aperto al profitto ed al potere, perché la seduzione
2 P. ZUMTHOR, La mesure du monde. Répresentation de l’espace au moyen age,
Parigi, 1993, pp. 33-34 (il corsivo è nostro).

