Page 7 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                    Presentazione






                            Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa ha pubblicato negli
                            anni scorsi due libri, uno fotografico ed uno uniformologico, dedicati
                   L’alle missioni italiane in Asia nei primi decenni del Novecento. Questo
                   filone si arricchisce oggi di un nuovo titolo, trattasi di una ricostruzione della
                   presenza militare italiana in Russia fra la Grande Guerra e la guerra civile.

                      Questa peculiare vicenda ha inizio nel 1915, seguendo le vicissitudini dei
                   militari austro-ungarici di lingua italiana fatti prigionieri dai russi e oggetto di
                   una missione militare inviata dall’Italia. In parte rimpatriati nel 1916, questi
                   ex-sudditi asburgici non ancora italiani ed ex-prigionieri ma non ancora liberi,
                   rimarranno in gran numero bloccati in Russia per le vicissitudini belliche, la
                   loro storia si intreccerà inevitabilmente con quella degli eventi successivi alla
                   rivoluzione del febbraio-marzo 1917. In particolare, il fallito tentativo alleato
                   di mantenere in guerra la Russia e la violenta ascesa al potere dei bolscevichi,
                   cui fece seguito la contraddittoria stagione delle “missioni alleate”, cui fa rife-
                   rimento il titolo dell’opera. L’autore si concentra sulla missione che si svolse
                   in Siberia, fu infatti nella Missione a Krasnojarsk che si estrinseca la storia de-
                   gli “ex-irredenti” arruolati e rimandati in Siberia a rappresentare la loro nuova
                   Patria, in una terra lontanissima che pochi avevano sentito nominare e che nes-
                   suno aveva immaginato di dover visitare. La missione termina nel 1919 e, nello
                   stesso anno, i nuovi italiani rientrano in Patria esattamente a cento anni dalla
                   pubblicazione di questo interessante volume.
                      La pubblicazione inizialmente pensata come pamphlet si è poi trasformata
                   in una approfondita analisi storica degli eventi e rappresenta il frutto di una
                   sinergia tra l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa e di quello del-
                   l’Esercito nel quale l’autore dimostra ancora una volta le sue capacità di fine
                   ricercatore. Non mi rimane che augurare a tutti una buona lettura.




                                                    Capitano di Vascello Michele SPEZZANO
                                                            Capo dell’Ufficio Storico
                                                         dello Stato Maggiore della Difesa
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