Page 136 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            LA BATTAGLIA DELL’HERMADA

            Monte Hermada, 20 agosto 1917, undicesima offensiva dell’Isonzo

            L’Esercito Italiano aveva radunato sul fronte da Tolmino al mare Adriatico tre quarti delle sue forze: 52 divisioni e 5200
            pezzi di artiglieria. Lo sforzo maggiore fu concentrato sull’Altopiano della Bainsizza nell’intento di isolare le due roccaforti
            nemiche del monte San Gabriele e dell’Hermada, quest’ultimo un modesto rilievo alto poco più di 300 metri, ma fortificato
            dagli austro-ungarici perché rappresentava una posizione chiave in quella zona del fronte. Erano così state realizzate trincee
            e camminamenti per trenta chilometri, le caverne naturali trasformate in postazioni di mitragliatrici e di artiglieria. Nel corso
            dell’undicesima offensiva, protrattasi sino ai primi giorni di settembre, vi fu anche un importante impiego del Corpo Aero-
            nautico, che ingaggiò 129 combattimenti aerei contro gli aviatori nemici, conquistando una netta superiorità. Furono sganciate
            11.667 bombe. Il bollettino del Comando Supremo italiano del 21 agosto 1917 sottolineava con queste parole l’importanza
            e il massiccio impiego dell’arma aerea: «Duecentosessantuno nostri velivoli hanno volato sopra il campo di battaglia: truppe
            ammassate tra Selo e Comeno e alle falde orientali dell’Hermada sono state fulminate». Tuttavia il Monte Hermada non fu
            mai espugnato dalle truppe italiane, rimase l’ultimo baluardo nemico a difesa della via per Trieste.
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