Page 132 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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130                LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934




            AGOSTINO SETTI

            Robecco Pavese, Pavia, 1894 – Selo, Carso, 19 agosto 1917

            Figlio di agricoltori, rimase in giovane età orfano di padre. Emigrò con la famiglia in Argentina e si stabilì a Buenos Aires,
            dove esercitò il mestiere di falegname. Dichiarata la guerra in Europa, rientrò in Italia e fu arruolato nel 1° Reggimento Gra-
            natieri di Sardegna che in quel momento operava nel settore di Monfalcone. Ferito in combattimento, dopo una lunga con-
            valescenza rientrò in servizio con l’incarico di ciclista porta ordini del 4° Battaglione. Nel nuovo compito diede prova di
            grande coraggio attraversando senza esitazione zone scoperte e battute dal fuoco nemico. Nel giugno 1916 il 1° Reggimento
            Granatieri fu impegnato in accesi combattimenti sull’Altopiano di Asiago, sulla linea di difesa Monte Cengio – Val Canaglia
            e Agostino Setti fu compartecipe dei prodigi di valore dei suoi commilitoni. Trasportata la Brigata Granatieri nuovamente
            sul Carso, nel settembre 1916 combatté in Val Magnaboschi, al San Michele e per la conquista dell’altura di San Grado, molto
            munita e ben difesa dagli austro-ungarici. L’undicesima offensiva dell’Isonzo dell’agosto dell’anno successivo vide l’ultima
            impresa del valoroso granatiere lombardo che con il suo Reggimento si trovava nella zona d’azione della 3^ Armata per
            sfondare le linee nemiche e assicurarsi il controllo dell’Altopiano di Comeno, nel cuore del Carso. Il 19 agosto, quando con
            i suoi compagni era assediato nel paese di Selo sotto i continui tiri incrociati delle mitragliatrici, interrotte le linee telefoniche,
            ebbe l’ordine di recapitare un messaggio di vitale importanza per la continuazione del combattimento. Pur consapevole del
            grande rischio non esitò a uscire allo scoperto, fu ferito più volte, ma percorse la distanza che lo separava dal Comando e
            qui, dopo aver portato a termine l’incarico, perse la vita.


            SELO, 19 AGOSTO 1917, L’UNDICESIMA OFFENSIVA DELL’ISONZO

            Un messaggio a costo della vita

            Nel corso dell’undicesima offensiva dell’Isonzo nell’agosto del 1917, i Granatieri ebbero l’ordine di andare all’assalto della
            nuova linea difensiva nemica – l’ultima prima di Trieste – che faceva perno sui paesi di Selo, Stari Lovka, Castagnevizza e sul
            Monte Hermada. Il 19 agosto, dopo aver superato due trinceramenti nemici, raggiunsero il paese di Selo dove si asserraglia-
            rono, esposti alla veemente reazione degli austro-ungarici. A quel punto divenne indispensabile informare il Comando della
            critica situazione. Fu allora ordinato a Setti di recapitare un messaggio da cui potevano dipendere le sorti di tutti i suoi com-
            pagni. Senza esitare, nonostante l’intenso fuoco nemico, il valoroso granatiere si lanciò allo scoperto e benché gravemente
            ferito riuscì a raggiungere il Comando cui era destinato l’ordine, cadendo senza vita subito dopo.
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