Page 148 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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146 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
MAURIZIO DE VITO PISCICELLI
Napoli, 1871 – Kamno Alto, 24 ottobre 1917
Apparteneva a una famiglia aristocratica di solide tradizioni patriottiche: il padre Agostino era stato decorato con una Medaglia
d’Argento nella battaglia di Custoza del 1866. Maurizio de Vito Piscicelli studiò al Collegio Militare della Nunziatella e poi
all’Accademia Militare di Torino, da cui uscì con il grado di sottotenente di artiglieria, per poi passare nel 1890 nel Reggimento
Nizza Cavalleria. Animato da ideali mazziniano-garibaldini chiese e ottenne, nel 1897, un periodo di aspettativa per potersi
arruolare, insieme a molti altri italiani tra cui Ricciotti Garibaldi, nella Legione filoellenica in difesa della lotta della Grecia
contro l’Impero ottomano. Promosso capitano, nel 1903 si recò in Congo, dove rimase fino al 1906, su invito del re del
Belgio Leopoldo II. Per l’esperienza acquisita fu poi incaricato di predisporre la spedizione nel continente africano della du-
chessa Elena d’Orleans Aosta che accompagnò nella colonia belga nell’inverno 1910. Nell’ottobre 1911, in occasione della
guerra di Libia, organizzò reparti di cavalleria indigena e al comando di uno squadrone Savari nella battaglia dell’Oasi delle
Due Palme, nel marzo 1912, fu decorato con la Medaglia d’Argento. Nell’agosto di quello stesso anno, nel combattimento
di Kabara Ruidat – presso Misurata – fu ferito due volte e ebbe la seconda Medaglia d’Argento. Alla dichiarazione di guerra
contro l’Austria-Ungheria riprese servizio nei Lancieri d’Aosta ma, insoddisfatto degli incarichi assegnatigli di carattere tec-
nico-logistico, chiese e ottenne, con il grado di tenente colonnello, il comando del 2° Battaglione del 147° Reggimento della
Brigata Caltanissetta che faceva parte della 46^ Divisione dislocata a Kamno Alto, nella valle dell’Isonzo. Il 24 ottobre 1917,
durante l’offensiva degli austro-tedeschi a Caporetto, il Battaglione di circa duecentotrenta uomini fu impegnato in un du-
rissimo scontro nel disperato tentativo di permettere alle truppe italiane impegnate tra Plezzo e Tolmino di ritirarsi in modo
ordinato. Maurizio de Vito Piscicelli cadde nel combattimento e fu decorato per il suo valoroso comportamento con la Me-
daglia d’Oro.
KAMNO ALTO, 24 OTTOBRE 1917, LA BATTAGLIA D’ARRESTO
L’eroica resistenza nell’ora più tragica
Era il 24 ottobre 1917, drammatica giornata per le forze italiane, segnata dalla rotta di Caporetto. Presso Kamno, un piccolo
borgo nell’alta valle dell’Isonzo, un battaglione del 147° Reggimento Fanteria della Brigata Caltanissetta al comando del tenente
colonnello Maurizio de Vito Piscicelli si impegnò in un’eroica azione per resistere a oltranza all’impetuosa offensiva delle
truppe austro-tedesche provenienti da sud, dalla direzione di Tolmino. L’obiettivo era quello di dare il tempo alle forze
italiane dislocate sulla dorsale Sleme - Mrzli- Vodil di sganciarsi ordinatamente senza correre il rischio di essere catturate in
massa. Gli uomini del 147° Reggimento, asserragliati nell’abitato di Kamno per contrastare l’avanzata dell’esercito nemico,
si batterono con grande determinazione e spirito di sacrificio, ma riuscirono solo parzialmente a rallentare, non ad impedire,
la marcia verso ovest delle unità nemiche. Nella battaglia, che si svolse anche a ridosso del cimitero, Maurizio de Vito Piscicelli,
animatore di una strenua resistenza, perse la vita. Gli fu concessa la Medaglia d’Oro al valor militare, l’unica assegnata per i
combattimenti del 24 ottobre 1917, prima giornata della battaglia di Caporetto. Nell’immediato dopoguerra, in memoria del
valoroso combattente, il cimitero di Kamno assunse il nome di “Cimitero Piscicelli”.

