Page 48 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            GIORGIO TOGNONI

            Castelnuovo Magra, La Spezia, 1894 – Ivi, 1977

            Un uomo, Giorgio Tognoni, di forte personalità, che ispirò la sua lunga vita agli ideali patriottici e di solidarietà, senza mai
            arrendersi alla grave infermità patita in combattimento. Il giovane raccolse dal nonno Francesco, che aveva combattuto con
            il generale Garibaldi, il testimone dell’amor di patria e alla dichiarazione di guerra fece domanda per frequentare il corso per
            allievi ufficiali. Nominato aspirante, nel settembre 1915 partì con il 27° Reggimento della Brigata Pavia, impegnata nella
            prima offensiva dell’Isonzo contro le trincee del Monte Podgora e, poco tempo dopo, fu promosso sottotenente. Nell’autunno
            toccò al suo Reggimento il compito di conquistare il Monte Sabotino, il pilastro settentrionale fortemente difeso e munito
            della testa di ponte di Gorizia. Nel corso dell’offensiva l’esplosione di una granata lo ferì al viso e lo privò per sempre della
            vista. Benché cieco, volle tornare in trincea per sostenere e incoraggiare i compagni compiendo uno dei gesti più luminosi
            della sua esperienza militare. Congedato nel 1920, fu nominato giudice del Tribunale militare di Roma e divenne, nel 1931,
            presidente della Casa di lavoro dei ciechi di guerra. Nel 1943 fu nominato generale di Brigata nel Ruolo d’Onore. Nel secondo
            dopoguerra, dopo un lungo soggiorno a Roma, tornò definitivamente nella natia Castelnuovo Magra e qui iniziò l’attività di
            vignaiolo, dando vita a una produzione di alta qualità che gli procurò l’amicizia di molte personalità del tempo come lo scrit-
            tore e regista Mario Soldati, il fisico e premio Nobel Emilio Segrè, il parlamentare Giorgio Amendola e il poeta Eugenio
            Montale.




            MONTE SABOTINO, 21 OTTOBRE 1915, LA TERZA OFFENSIVA DELL’ISONZO

            Vivere la guerra con gli occhi dei compagni

            Esempio di dedizione all’impegno di combattente, Tognoni lasciò un segno indelebile e profondo del suo coraggio durante
            il primo anno di guerra. La Brigata Pavia, comandata del generale Francesco Antonio Arena, ebbe il compito estremamente
            pericoloso di conquistare il Monte Sabotino, baluardo difensivo di Gorizia, un’impresa che da subito si presentò come molto
            rischiosa. Tognoni, al comando di un plotone della 9^ Compagnia del 27° Reggimento, si lanciò all’assalto seguito dai suoi
            uomini che, pur sotto un violento fuoco nemico, non desistettero dall’avanzare e continuarono a salire avvicinandosi alle
            linee nemiche. Benché più volte ferito prima al braccio destro, poi a una mano, il valoroso sottotenente continuò a incitare
            i compagni, crollò soltanto quando una granata lo colpì alla testa. Dopo lunghe e dolorose cure in ospedale che non valsero
            a salvargli la vista, Giorgio Tognoni volle comunque tornare in trincea per sostenere e incoraggiare i suoi commilitoni.
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