Page 44 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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42                 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934



            POLA, 5-6 AGOSTO 1915, AFFONDAMENTO DEL DIRIGIBILE “CITTÀ DI JESI”


            Difendere la bandiera secondo la legge dell’onor militare

            Nella notte del 5 agosto, il dirigibile Città di Jesi della Regia Marina, costruito negli stabilimenti di Vigna di Valle, al comando
            del tenente di vascello Bruno Brivonesi, partì dall’aeroporto di Ferrara per un’incursione contro l’Arsenale di Pola. Giunto
            in vista dell’obiettivo, il comandante, sganciate le zavorre per prendere quota, dispose i sei uomini dell’equipaggio ai posti di
            combattimento: tutto era pronto per il lancio delle venti bombe da 25 chilogrammi e delle cinque incendiarie caricate sul-
            l’aerostato. Improvvisamente il Città di Jesi, a una quota di circa 2700 metri e a brevissima distanza dalla costa istriana, fu in-
            quadrato dal fascio di luce di un potente proiettore, cui presto se ne aggiunsero altri e dopo pochi istanti fu al centro di un
            violento fuoco di contraerea. Brivonesi decise di continuare la missione, anche se il bagliore dei riflettori rendeva molto dif-
            ficile l’individuazione degli obiettivi da colpire. Sganciate tutte le bombe, il dirigibile si diresse verso il mare aperto per
            prendere la via del ritorno ma, nel corso della virata, fu colpito dalla contraerea austriaca, e cominciò a perdere quota. Nel-
            l’impatto violento con la superficie del mare la struttura dell’aeromobile fu gravemente danneggiata. L’equipaggio rimase
            illeso malgrado la navicella dove alloggiavano i marinai fosse stata completamente distrutta. A quel punto il primo pensiero
            del comandante fu quello di recuperare la Bandiera di combattimento che, secondo la legge dell’onor militare, va difesa fino
            all’estremo sacrificio. Con un’audace e pericolosa manovra avanzò lungo la struttura del dirigibile semi affondata, riuscì a
            raggiungere il vessillo, a zavorrarlo per poi abbandonarlo in mare affinché non cadesse in mano nemica. I membri dell’equi-
            paggio con il loro comandante, incolumi, furono raccolti da una torpediniera austriaca e successivamente trasferiti nel campo
            di concentramento di Mauthausen. Il relitto del dirigibile fu rimorchiato nel porticciolo dell’isolotto di Veruda in prossimità
            di Pola e demolito. Nel 1918 gli uomini del Città di Jesi rientrarono in patria e a Brivonesi fu conferita la Medaglia d’Argento
            al valor militare; anche gli altri marinai furono decorati con ricompense al valore.
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