Page 113 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LA CAMPAGNA NAVALE DELLA MARINA SARDA IN ADRIATICO NEGLI ANNI 1848-1849 103
"La giornata si è compiuta col trionfo delle armi nostre. C ..• ) AI Comando generale del-
la Marina viehe fatto in questo momento rapporto dalla Stazione degli Alberoni, che fuori del
porto di Malamocco stanno 14 legni da guerra sardi, tra vapori e bastimenti a vela".
(05) La formula, mutata nell'essenziale, sarà conservata anche dopo il passaggio dalla
Monarchia alla Repubblica:
Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana e al suo Capo, di osselvare leal-
mente le leggi e di adempiere tutti i doveri del mio stato al solo scopo del bene
della Patria.
Anche se non peltinente all'argomento della presente relazione, non si può fare a me-
no di accennare aIla variante della formula disposta con l'~lft. 2 della legge 382178:
Giuro di essere fedele alla Repubblica ltaliana, di osservarne la costituzione e le
leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la di-
fesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni.
(06) Si era pensato addirittura all'occupazione della città nel gennaio 1849, ma l'Albini
rispose che la cittadinanza, prima favorevole al Piemonte "non si dimostrava propensa a que-
sta operazione". Po, ci t. , p. 56.
(07) Gonni, ci t. , p. 56.
(08) Gonni, ci t. , p. 62-63.
(09) Po, cit., p. 62 (appendice 3").
O lO) Gonni, ci t. , p. 85-87.
(111) Gonni, cit., p. 88-91 riporta le sentenze pubblicate dalla tipografia Ferrando, stam-
patore della Regia Marina in Genova.
(12) Gonni, cit., p. 92.
(13) Stefani, cit., p. 100-102. Tegethofl' aveva studiato al Marine Collegium di Venezia
dal 1840 al 1845. Da notare che il Bonamico, teorico di strategia navale della fine del XIX se-
colo, non considera mortificante il fatto che una flotta sia ferma in un porto. Nella sua ope-
ra Mabcl1I e Cal/Ulell EdiZioni Roma, 1938, p. 359, egli afferma: "La marineria che può conseguire
il suo obiettivo rimanendo in istato potenziale, non compromette il suo onore rifiutando la
battaglia". Pertanto, considerato che Il:~ unità mercantili erano libere di navigare, la flotta au-
striaca rimanendo in porto a Trieste, stava impegnando quella sarda, costretta a logorarsi con
dispendio di viveri, energie e, per quanto poco, di munizionamento.
(114) Già alla fine del 1848 l'Austria "mandò emissari all'estero per l'acquisto di navi in
rinforzo alla squadra imperiale". Vedasi Po, cit., p. 55.
(15) Vedasi, a tale proposito, il saggio di Leone Veronese jr. "Fortificazioni austriache
dell'Ottocento a Trieste" in Arcbeogra./o Triestino, s. IV, voI. XXXIV, 1974, dove sono illustra-
ti anche alcuni episodi riferiti alle batterie austriache durante la campagna del 1848.
Altre iniziative per la fortificazione delle zone di panicolare interesse militare, successi-
ve alla campagna del 1848-'49 si trovmlO in G. Perbellini, "Le fortificazioni austriache nel ve-
ronese", in Vita vero1/ese, a. XXXIV, n. 1-2, 1981.
(116) Gonni, L'AI/sIria lIalla!e, ci t. , p. 38. Veclasi anche N. Agostinetti, cit., p. 176-187.
CI 17) Gonni, C(wollr ministro del/n Marina, Zanichelli, Bologna, 1926, p. 49.
(118) Gonni, Cavour ... p. 68-69.
(119) Vedasi Manuele, cit., p. 192-203.
(20) Piero Pieri, Storia Militare del Risorgimellto, Einaudi, Torino, 1962, p. 401-402. Egli
scrive: "( ... ) meno che mai l'Albini, pur sempre superiore di forze, ritenne di dover impegnare
battaglia, e si limitò ad ostacolare le navi mercantili dell'Austria". L'osservazione è forzosa, in
quanto gli ordini erano di non ostacolare il commercio.