Page 15 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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SALUTO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
In occasione del Convegno organizzato dalla Commissione Italiana di Storia
Militare, sono particolarmente lieto di porgere a tutti i partecipanti il saluto delle
Forze Armate e mio personale.
Il tema del Convegno è stimolante ed attuale. La prospettiva storica dei rap-
porti tra Forze Armate e Paese, nell'arco temporale che vide l'Italia affermarsi
come soggetto politico indipendente e divenire rapidamente uno dei protagonisti
della scena internazionale, può, infatti, costituire la base per un'interessante e
proficua rilettura della odierna dimensione della sicurezza nazionale nell'ambito
della società globale.
A pochi credo sfuggano le tante analogie tra quel periodo storico ed il
secolo che si è da poco aperto, per la fluidità delle situazioni, l'elevato tasso di
innovazione della tecnologia e delle strutture sociali, l'incertezza delle prospet-
tive, ma anche per la crescente valenza del ruolo del nostro Paese nel sistema di
sicurezza internazionale.
Di questo nuovo ruolo, lo strumento militare costituisce espressione diretta
e concreta. Le Forze Armate sono impiegate per concorrere attivamente alla sicu-
rezza dei popoli ed alla salvaguardia dei diritti fondamentali dell'uomo, condizio-
ni essenziali per la pace e lo sviluppo economico e sociale su scala globale.
Nella realtà del mondo moderno, il cammino della sicurezza non passa sol-
tanto lungo il familiare profilo dei confini nazionali, ma tende sempre più a
seguire la mutevole linea che congiunge le aree di instabilità del globo, dove
regnano conflittualità e sottosviluppo, dove le crisi ricorrenti generano ed ali-
mentano minacce asimmetriche e distruttive su scala globale.
La sicurezza nazionale diviene così un riflesso, il risultato della sicurezza
globale e deve essere perseguita anche attraverso la cooperazione internazionale e
l'adozione di nuove e più complesse strategie di organizzazione e di impiego
dello strumento militare, che consentano un'applicazione graduale e controllata
della forza, in grado di neutralizzare un nemico sfuggente, irrazionale e spesso
privo di qualsiasi remora, e, nello stesso tempo, idonee a sostenere e tutelare le
popolazioni coinvolte.
Le Forze Armate italiane sono da tempo protagoniste di questi nuovi scena-
ri operativi, con un impegno pressoché costante di 9 -10.000 uomini in numero-
si teatri e situazioni conflittuali, ed hanno, ormai da alcuni anni, avviato un