Page 3 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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               Presentazione







                     Italia si prepara a ricordare i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità
               L’  e il dibattito sul Risorgimento italiano riemerge, con notevole attualità,
               dalle pieghe della storia. È certo innegabile come tale processo abbia creato un
               senso di appartenenza nazionale e popolare vivo fino ad oggi, ma è anche vero
               che il processo di trasformazione, condotto dalle classi dirigenti politiche post-
               unitarie, di questo sentimento in elemento fondante di un’identità nazionale,
               sia rimasto incompiuto e non pienamente in grado di resistere a sistemi politici
               diversi e alle crisi di carattere economico-sociale. È un problema, dunque, po-
               litico piuttosto che culturale, tuttavia il Risorgimento fu il primo movimento
               ad avere successo nell’Italia geopoliticamente frammentata.
                  Il movimento unitario è stato un rilevante e indiscutibile movimento rivo-
               luzionario che contribuì in maniera determinate a mettere in crisi l’intero
               assetto europeo che il Congresso di Vienna del 1815 aveva ricostituito dopo la
               débâcle napoleonica. La carboneria, poi la massoneria, prima nei moti del
               1820 e ’21, poi in quelli del 1830, tentarono di rivendicare nuovi spazi di
               libertà politica, sociale, economica, istituzionale: è la crociana “religione della
               libertà”(Benedetto Croce), che prende sempre di più il posto delle religioni
               tradizionali (in primis il cattolicesimo, fortemente legato ai poteri costituiti nel
               binomio del  “trono e  altare”, fondamento della Restaurazione). In tutto il
               “vecchio continente” esplodono così manifestazioni e ribellioni, moti e rivolte
               finalizzate al riconoscimento da parte dei sovrani della concessione di “Statu-
               ti”, un complesso di norme giuridiche costituzionali finalizzate a vincolare e
               garantire il rapporto tra sovrano e sudditi. Con il 1848 dunque si passa dalla
               “pace” della Santa Alleanza alla “rivoluzione europea” dei popoli (Luigi Sal-
               vatorelli), di ampio respiro continentale e sostenuta dai movimenti patriottici
               e nazionali di ispirazione liberale e democratica, ancora una volta irradiata da
               Parigi. Emergono anche modelli di rivoluzione “legalitaria”: l’Assemblea di
               Francoforte in Germania, la rivoluzione “costituzionale” condotta nel regno
               d’Ungheria, la Repubblica Romana. Svanita la soluzione rivoluzionaria, rima-
               nevano in campo gli esiti “moderati” per le grandi questioni nazionali: o di
               “compromesso” con il potere in cambio di un’autonomia quasi assoluta, (l’im-
               pero d’Austria diventa nel 1867 impero austro-ungarico), o dell’unificazione
               intorno a nuclei statali (il regno di Prussia e il regno di Sardegna) più moderni
               e avanzati, capaci di mobilitare a favore della propria espansione un movi-
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