Page 311 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Plebisciti e annessioni (1860). il dibattito al Parlamento subalPino.  311


               di Napoleone III, che richiedeva questi due territori in cambio del riconosci-
               mento di Parigi degli allargamenti territoriali del Regno di Sardegna nell’in-
               tera penisola. Perdere Nizza e Chambéry per vedersi riconosciuta la sovrani-
               tà dell’intera penisola: ecco la sostanza del consenso espresso a malincuore
               da Cavour. Egli scriveva infatti, dopo aver parlato delle due cessioni: “...Je
               vous écris  avec le coeur gros. La politique a de bien tristes nécessitès...”. E
               questa amarezza non mancherà di dominare il resto della sua esistenza, por-
               tandolo addirittura  ad una morte prematura.  Le ‘tristi necessità’ erano le
               condizioni generali del delicato equilibrio politico e diplomatico dell’intera
               Europa che pesava, non poco, a proposito di una pacifica ratifica di quanto
               stava avvenendo attorno al trono dei Savoia.
                  Il quadro generale della vicenda è ben noto, ma conviene ricordarne alcu-
               ni aspetti troppo spesso trascurati. Negli accordi tra il Regno di Sardegna e
               l’Impero  francese  di Napoleone  III conclusi  a Plombières (20-21 luglio
               1858), il quadro geopolitico che l’Imperatore aveva formulato si può riassu-
               mere nei tre punti del famoso messaggio di Costantino Nigra a Cavour:
                                                                   1
               mariage, guerre à l’Autriche, Royaume de Haute Italie . Il matrimonio era
               quello tra il cugino di Napoleone III, il principe Girolamo Napoleone (detto
               Plon-Plon), e la figlia del re di Sardegna, Maria Clotilde di Savoia, matrimo-
               nio che avrebbe rinsaldato i vincoli tra i due troni che la guerra comune con-
               tro l’Austria avrebbe dovuto confermare. Sul piano geopolitico, la vittoria dei
               due alleati  avrebbe  portato  alla  trasformazione  del  Regno di Sardegna  in
               Regno dell’Alta Italia,  con l’annessione delle regioni lombarde strappate
               all’Austria, ed in più, l’Emilia, a spese dei duchi di Parma e Modena e del
               Papa i cui possedimenti sarebbero stati ristretti a Roma ed al territorio finiti-
               mo. Nel resto della penisola sarebbero sorti due Stati, il Regno dell’Italia
               Centrale, da affidare a Girolamo Napoleone, ed il Regno di Napoli, tolto ai
               Borboni ed attribuito a Napoleone Carlo Luciano Murat, secondogenito di
               Giacchino. Ma l’intero piano di Plombières fu stravolto dagli eventi che por-
               tarono alla realizzazione del solo suo primo punto. Il Regno di Sardegna, con
               i moti nell’Italia centrale e con i Mille, si allargò all’intera penisola e questo
               fatto innovativo portò Napoleone III alla conferma della rivendicata annes-
               sione di Nizza e della Savoia, anche allo scopo di dimostrare ai francesi di
               avere  operato bene  nell’andare  in  guerra  con  la  Sardegna.  L’inevitabile  si
               ebbe con l’accordo ‘segreto’ il 24 marzo 1860 a Torino, con l’intesa di cede-




               1  P. Casana, Gli accordi di Plombières tra diplomazia e diritto, in Fra marsine e merletti.
                  Viaggio diplomatico a Plombières, Rivoli, Neos, 2010, p. 15,
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