Page 3 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             Presentazione

             Col. Matteo Paesano      1





             I mesi che preludono alla guerra

                   llo scoppio della Grande Guerra il Regno d’Italia proclamò la sua neutrali-
             A tà, secondo la lettera della Triplice Alleanza, alla quale apparteneva fin dal
             1882 insieme all’Impero Austro-Ungarico e all’Impero Tedesco. Fin dal settem-
             bre 1914 però il governo italiano iniziò a valutare quale atteggiamento fosse più
             conveniente agli interessi nazionali: il mantenimento della neutralità o il rovescia-
             mento delle alleanze, con l’entrata in guerra contro gli antichi alleati e a fianco
             della Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia). Dopo lunghi negoziati con
             i due schieramenti, il 26 aprile 1915 l’Italia firmò con l’Intesa il Patto di Londra,
             che le assicurava le “terre irredente” e ampi territori sulla sponda orientale dell’A-
             driatico, entrando in guerra il 24 maggio contro l’Austria-Ungheria (ma solo il 27
             agosto 1916 contro la Germania).
             Il Congresso fa innanzi tutto il punto sull’evoluzione della posizione diplomatica
             dell’Italia e sulla preparazione delle Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato,
             allargando poi l’attenzione più in generale alla situazione sociale ed economica
             del Paese nei suoi vari aspetti: le correnti politiche, con il dibattito tra neutralisti
             e interventisti, l’economia, il sistema bancario e le industrie degli armamenti. Al
             Congresso partecipano anche studiosi stranieri, giovani ricercatori e storici non
             accademici di grande fama e rilievo nel dibattito culturale sulla grande stampa. I
             colpi di pistola esplosi da Gavrilo Princip contro l’Arciduca Francesco Ferdinan-
             do e la moglie Sofia cambiarono la storia. Essi conclusero la Belle Époque e apri-
             rono la strada a un conflitto di proporzioni mai viste. Segnarono la fine di quello
             che Stefan Zweig avrebbe chiamato «il mondo di ieri» e inaugurarono, per usare
             l’espressione di Ernst Nolte, quella «guerra civile europea» destinata a conclu-
             dersi con un’altra catastrofe: la Seconda Guerra Mondiale. Che la Grande Guerra
             sia stata una tragedia, «il suicidio dell’Europa civile », espressione comune tra gli
             storici anche se il primo ad usarla testualmente fu Papa Benedetto XV già nel mar-
             zo 1916, è opinione largamente condivisa. Sarebbe tuttavia un errore storiografico


             1   Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa, già Presidende CISM, rappresen-
                 tante della Difesa per la storia militare nei consessi nazionali e internazionali. In applicazione
                 del D. L. n. 95 del 6 luglio 2012, convertito in legge dall’art. 1. comma 1, L. 7 agosto 2012,
                 n.135 l’Ufficio Storico dello SMD sostituisce la CISM in tutte le sue funzioni e attribuzioni,
                 senza soluzione di continuità, quale unica legale istituzionalità rappresentativa a livello nazio-
                 nale ed internazionale.
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