Page 153 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il comando della Legione Carabinieri di Palermo
Il «Metodo dalla Chiesa», quello che, un decennio dopo, gli consentirà di assestare
colpi letali al brigatismo rosso, comincia a delinearsi compiutamente. E sempre in
tale senso si inquadra una sua direttiva del 12 aprile 1967 avente per oggetto: «Si-
curezza della corrispondenza d’ufficio», con la quale dirama «norme cautelative
e di sicurezza, che regolano la trattazione del carteggio». In questo scritto emerge
prepotente un altro aspetto che costituirà il leitmotiv di tutta la sua lunga carriera
investigativa: la tutela maniacale del segreto delle informazioni, l’unico modo di
garantire l’impenetrabilità del suo impianto informativo da parte dell’avversario.
Anche sul piano della prevenzione e del controllo del territorio, il Col. dalla Chiesa
si fa sentire. Con una direttiva dell’1° agosto 1969 dall’oggetto: «Concorso dei Co-
mandanti di Stazione nei servizi esterni. Azione di comando», sprona i Comandanti
di Stazione, «gelosissimo custode della giurisdizione affidatagli e depositario della sicurezza dei
cittadini» a sentire «tutto il peso e l’orgoglio e la responsabilità derivantigli dalla sua specifica 149
funzione».
E conclude: «Orbene, per porsi nelle migliori condizioni operative – e, quindi, per poter sapere,
conoscere, prevenire, intervenire in termini idonei e tempestivi – detto sottufficiale (tito-
lare o interinale che sia) ha il dovere di tenersi “costantemente al corrente dei fatti, degli avvenimenti
e delle situazioni locali”; “dovere” al cui adempimento può giungere solo attraverso la frequenza
dei suoi contatti con l’esterno e le personali prescritte visite alle frazioni, borgate, e contrade
del territorio; “dovere” al quale viene meno – invece – tutte le volte che, pur potendolo (e con
un’interpretazione molto elastica delle norme!), nel predisporre servizi, non prevede di concorrergli
egli stesso, con quella ragionevole frequenza che le singole situazioni impongono […]».
E non sfugge neppure la «Vigilanza sulle persone sottoposte a misure di preven-
zione» cui dedica la direttiva del 24 febbraio 1969. Sono trascorsi oltre due anni
dall’assunzione del Comando Legione e, laddove rileva persistenti resistenze alle sue
disposizioni, comincia ad intervenire drasticamente sul piano disciplinare.
È il caso di un Comandante di Stazione al quale Egli infligge 3 giorni di arresti con
la seguente motivazione: «Comandante di stazione distaccata, malgrado ripetute
generiche raccomandazioni, espletava con superficialità e minore interessamento
la dovuta vigilanza nei confronti di persone sottoposte a misure di prevenzione e,
segnatamente, non attivava corrispondenza alcuna verso i comandi dell’Arma nella
cui giurisdizione erano 6 elementi – originari del luogo – ivi costretti all’obbligo di
soggiorno». Non è dato sapere chi fosse il negligente destinatario della sanzione, ma
è certo invece che il latore della disposizione abbia rilevato carenze gravi nella con-
duzione dell’attività in esame. «Tali carenze stanno a denotare un’azione di comando
che porta l’Arma ad essere pressoché assente in un settore delicatissimo e di sua
peculiare competenza: quello di seguire, molto da vicino, vuoi per delega ricevuta,
vuoi per interesse operativo diretto, la vita e l’attività di persone potenzialmente
pericolose per la sicurezza pubblica; in particolare poi per coloro che si trovano al
soggiorno obbligato e per i quali ho, da oltre un anno almeno, più volte sollecitato
di intraprendere e mantenere attiva corrispondenza con i comandi dell’Arma, nella
cui giurisdizione i soggiornanti stessi sono costretti».
La direttiva del 20 novembre 1969 dall’oggetto. «Agitazioni, manifestazioni, turbative
dell’ordine pubblico e loro normazione» è un vero e proprio vademecum operativo
che si rivolge a tutti i campi d’azione dell’Arma territoriale: l’attività informativa,
l’attività preventiva, l’attività repressiva e si conclude, inaspettatamente per i non
addetti ai lavori, con l’attività assistenziale.
Vale la pena di iniziare proprio da quest’ultimo alinea che rappresenta la summa
del pensiero di Carlo Alberto dalla Chiesa in tale settore, la considerazione che Egli
dedica ad ognuno dei suoi Carabinieri: