Page 468 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   Infine, vi sono coloro che si  baloccano con le cifre (tanto è vero che
               sulle cifre si  può costruire qualunque falsità).  In un recente "convegno"
               si  arrivò  a  dire che  i  "combattenti"  della  R.S.I.  sarebbero stati  80 000,
               mentre i "badogliani" (questa fu  la  parola usata!) sarebbero stati in tutto
               5000. Ora, i combattenti italiani delle Forze Armate superarono (e di molto)
               i  420 000;  i  partigiani all'estero  erano  65 000;  i  combattenti  partigiani
               in  Italia  furono,  nell'arco  della  guerra,  più  di  220 000,  in  totale,  oltre
               700 000. E il calcolo è prudenziale, e non tiene conto di quanti resistette-
               ro e morirono nei campi di concentramento e di sterminio (45 000); dei
               civili massacrati per rappresaglia (9980); degli internati militari che non
               si  piegarono  mai  alle  pressioni  tedesche  e  della  R.S.I.  (650 000).<9>
                   La  cifra dei  pretesi 800 000 della R.S.I.  è falsa,  perché essa  include
               i lavoratori coatti,  rastrellati,  costretti a lavorare per gli  occupanti e per
               i  loro  collaboratori  con  il  mitra  puntato  nella  schiena,  sovente  - per  il
               minimo sospetto di "sabotaggio"- deportati in Germania o messi amor-
               te. I veri combattenti della Repubblica Sociale non superarono i 520 000
               e tra di essi (accanto ad autentici volontari) bisogna annoverare i giovani
               arruolati più o meno con la  forza  e quelli  (pochissimi)  degli  internati in
               Germania che accettarono di arruolarsi per sottrarsi ai campi e che in ge-
               nere,  appena  giunti  in  Italia,  passarono  armi  e  bagagli  nelle  file  parti-
              giane.00>
                   La storiografia non potrà mai liberarsi del tutto dai falsi e dai falsifi-
               catori, è ovvio: ma urge più che mai che gli storici delle giovani generazio-
               ni  comincino  quell'opera  instancabile di  analisi  dei  documenti  che  sola
               può ristabilire la verità e che sin qui è stata trascurata a beneficio di ver-
               sioni "politiche" di comodo le quali da un lato hanno contribuito a falsa-
               re gli eventi e, dall'altro, hanno aperto la via ai falsificatori di segno opposto.
                   Questo è il  compito delle  nuove generazioni:  e se  pensiamo oggi,  a
              mezzo secolo di distanza, quanto grande fu  per la Patria la Guerra di Li-
              berazione, quali energie vitali essa scatenò, quali istanze di rinnovamento
              essa avanzò, tale compito è più che mai di trascendenziale importanza per
              il  loro  futuro.




                (9)  Cfr.:  Resistenza,  cit.,  p.  26  sg.
               (10)  Nella stessa formazione militavano interi distaccamenti composti da ex  "SS italia-
                   ni"  che  si  batterono benissimo  contro  i tedeschi guadagnandosi  anche  parecchie
                   decorazioni  al  valore  e  lasciando  sul  terreno  numerosi  caduti.









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