Page 151 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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ANNI TRENTA                                          151


                     Un generale della Milizia con modello 33
                   nero fregiato e Mussolini con il 31, decorato
                                   di nappina senza aigrette




                  A conclusione dell’esame  del modello
               33 si può accennare ai marchi di fabbrica.
               Ne esistevano innanzitutto, per tutti gli el-
               metti,  sulla falda  interna  posteriore  dello
               scafo, in formato alfanumerico. Identifica-
               vano l’ente produttore e il numero di lot-
               to, ma nessuna chiave interpretativa ne ha
               risolto il significato completo.  Numerosi
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               altri segni distintivi, sia sulle parti metalli-
               che che su quelle in cuoia animale, poi ve-
               nivano apposti durante tutta la lavorazione
               e in fase di consegna dell’elmetto. Le fab-
               briche produttrici, gli opifici militari e gli
               arsenali  di stoccaggio  e montaggio,  oltre
               che i reparti finali apposero sovente marchi
               identificativi, così da catalogare o assem-
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               blare più velocemente  il manufatto.  In
               genere i pezzi venivano immagazzinati an-
               cora non assemblati, ma debitamente ver-
               niciati, così da creare in seguito variegate
               commistioni cromatiche interne, per esem-
               pio  quando  vennero  uniti  pezzi  prebelli-
               ci  con  quelli  bellici.  Le  operazioni  finali
               di montaggio erano effettuate in genere a
               secondo delle esigenze pratiche dagli enti
               militari interessati e per esempio in guerra
               non si sarebbe andati molto per il sottile.
                  La colorazione originale, a partire dalla sua introduzione per il Regio Esercito, fu grigio-ver-
               de chiaro come quello del cordellino della divisa degli ufficiali. Nel corso degli anni Trenta la
               tinta si scurì progressivamente fino a una tonalità marcatamente oliva scuro durante il successi-
               vo conflitto mondiale. Il modello, progressivamente, fu distribuito in sostituzione dei preceden-
               ti tipi anche alle formazioni da sbarco della Regia Marina, sia nella versione originale sia con
               una colorazione grigiastra, più vicina alla tonalità delle navi.




               229 Sono state azzardate numerose ipotesi sulla corrispondenza tra queste punzonature e l’industria produttrice,
                   soprattutto perché la circolare n. 915 del 29/11/1934 così accennava. Sia Marzetti che Bosi hanno argomentato
                   diverse teorie, che però non portano a nessuna certezza. Si può comunque riportare che secondo varie testi-
                   monianze: la “B” possa significare Smalteria e Metallurgia Veneta di Bassano del Grappa, la P sia Pignone di
                   Firenze, mentre “MRM” e “SRM” equivalga al relativo uso per la Regia Marina. Si veda a proposito D. Bosi,
                   op. cit., pp. 122-126, oltre che diverse discussioni nei forum tematici su internet.
               230 Sul dettaglio di tali particolari tecnici, non oggetto specifico di questa narrazione, si veda il già citato D. Bosi,
                   op. cit., pp. 122-141.
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