Page 329 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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SCENARI FUTURI 329
La fine del 33
ispetto alle armi di offesa, durante il periodo postbellico l’elmetto non venne affatto
considerato per un possibile suo ammodernamento. Rimase di fatto il modello 33,
R senza nuove sperimentazioni o migliorie. Abbiamo visto che soltanto le Forze di Po-
lizia, a partire dagli anni Sessanta, lo sostituirono con modelli delle medesime dimensioni, ma
in materiale plastico, integrando questi caschi con visiere e accessori atti a proteggere gli occhi,
il naso e la bocca.
Probabilmente, oltre alla pistola Beretta 34 e alla maschera antigas T35, rimase l’ultimo
retaggio (ancora all’inizio del XXI secolo) dell’equipaggiamento del periodo della Seconda
guerra mondiale. A partire dal 1944 se tutto il corredo del militare – quanto meno nell’Eser-
cito – iniziò a risentire delle influenze britannica e statunitense, l’elmetto rimase un elemento
tradizionale, che per vari motivi continuò a vivere ancora quasi fino ai nostri giorni, nonostante
l’ormai teorica completa dismissione. L’elmetto metallico risulta sia stato in uso in tempi molto
recenti presso alcune unità della Marina e durante le esercitazioni in poligono dell’Arma dei
carabinieri. Unica testimonianza ufficiale coeva a riguardo invece sembrerebbe il Regolamento
sull’uniforme dell’Aeronautica (edizione 2012). Accanto a quello bianco in plastica per servizi
armati di parata e d’onore in alta rappresentanza (S.A.3-A.R.), in esso viene ancora citato e
rappresentato l’emetto metallico modello 33 grigio-azzurro con fregio nero a mascherina: nelle
497
uniformi per servizi armati ordinari (S.A.2), oltre che in quella da campo e da esercitazione.
Probabilmente non a caso, ancora la Direttiva sulla programmazione del supporto logistico
dello SME per gli anni 2009-2010 e 2011-2012 così recitava: «Nel settore armamento si dovrà
dare il massimo impulso alle attività connesse con la destinazione d’uso finale dei materiali
dismessi. In particolare continueranno le alienazioni di: […] elmetti metallici mod. 33». 498
Nonostante questi anacronistici retaggi, l’ultima occasione operativa in cui il modello 33
ebbe l’onore delle armi fu la missione di pace in Libano, in occasione dell’ennesima guerra
arabo-israeliana all’inizio degli anni Ottanta. Dal 1982 l’Italia partecipò alle diverse operazione
internazionali con un contingente interforze composto da bersaglieri, paracadutisti, carabinieri
e marò del San Marco. In tale aliquota i militari italiani indossarono i rispettivi copricapi me-
tallici tinti di bianco, anche se ragioni contingenti comportarono in loco anche l’uso di appositi
telini verde oliva con retina. L’aliquota di polizia militare, composta di carabinieri, appose sul
frontale la specifica dicitura nera MP, mentre taluni bersaglieri ripristinarono il tradizionale
fregio nero a mascherina, oltre a continuare a portare al lato destro sempre il fascio di piume. 499
Da quel che possiamo capire una parte di questi elmetti venne lasciato e/o ceduto alle forze
militari regolari locali, così che in una foto della nuova missione Leonte in Libano, iniziata nel
2006, è possibile vedere un militare italiano con il suo tecnologico modello in fibra e un soldato
libanese con un elmetto modello 33. Si capisce l’origine italiana, per via della tipica trama a
lisca di pesce del relativo soggolo in canapa.
497 Stato Maggiore dell’Aeronautica, Regolamento sull’uniforme, OD-4, Roma 2012.
498 SME, IV RL, Ufficio Coordinamento Logistico, Direttiva sulla programmazione del supporto logistico per gli
anni 2009-2010, Roma 2009, p. 23; ibidem per gli anni 2011-2012, Roma 2011, p. 36.
499 A. Brambilla, La prima missione 1979/1985. Il contingente italiano di pace in Libano (terza parte), in «Uni-
formi & Armi», n. 180, aprile 2011, p. 48.

