Page 333 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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SCENARI FUTURI                                        333


                  In questo contesto alcune ditte come la già citata Cassoni-Sistema Compositi, con i model-
               li Sept1 e Sept2, e la TecnoFibre, con i modelli TF 89/a e TF 89/b, diedero i primi contributi
               importanti in proposito. Una volta collaudati dall’Esercito, diverse migliaia di questi esemplari
               entrarono quindi in servizio, equipaggiando in prevalenza le unità e i reparti della Forza di
               Intervento Rapido (FIR). L’operazione Vespri Siciliani (1991-92), le missioni Ibis in Somalia
               (1992-94) e Albatros in Mozambico (1993-94) furono le prime circostanze in cui militari italia-
               ni indossarono gli innovativi copricapi polimerici. 502
                  Non è possibile fare un’analisi dettagliata di tutti i modelli (cosiddetti Kevlar M), che inizia-
                                                                                   503
               rono a essere prodotti, visto il costante sviluppo di tecniche e ritrovati.  Ovviamente i tipi per
               paracadutisti avevano come esigenza primaria quella di contenere l’ingombro, oltre che fissare
               in modo stabile il soggolo al mento, per evidenti ragioni aerodinamiche.
                  A volo d’uccello si possono citare i modelli delle ditte TecnoFibre, Cassoni-Sistema Com-
               positi, RBR. Simili nella forma, svilupparono differenze nella consistenza dei materiali e nel
               peso, a seconda nelle specifiche esigenze balistiche o d’impiego: fibre di vetro, nylon e kevlar.
               Particolari rilevanti per quasi tutti: il soggolo di nylon ad aggancio rapido di plastica con men-
               toniera rettangolare di pelle, ripiegata sul tirante e fermata da velcro; cupolino di pelle, circolare
               e traforato.
                  Interessante soffermarci sul tipo PASGT II (Personal Armor System for Ground Troops),
               destinato – a cavallo dei due secoli – alla protezione balistica del capo contro frammenti e
               schegge di munizionamento. Disponibile in varie taglie, veniva realizzato anche nella versione
               da lancio, migliorata con un nuovo cuscinetto nucale, atto a impedire movimenti imprevisti
               dell’elmetto sia in fase di apertura del paracadute, sia in fase di atterraggio. La superficie del
               guscio era scabra e tinta di verde oliva opaco in funzione antiriflesso. Venne studiato per essere
               compatibile con le visiere in policarbonato od occhiali da pilotaggio e/o per ambienti desertici.
               Questa tipologia di elmetto in kevlar, in dotazione individuale, aveva le seguenti caratteristiche
               tecniche:



                  -  Protezione: antischegge alla velocità di 500 m/sec (frammento 17 grani) STANAG 2920;
                      antifiamma; resistenza UNI 7154
                  -  Peso: 1,350 Kg circa (variabile in base alla taglia)
                  -  Colore: Verde NATO
                  -  Misure: small (55-56), medium (57-59), large (59-61)
                  -  Calotta interna: in poliuretano espanso
                  -  Calotta esterna: in kevlar

                  -  Bordatura: in fibra di nylon e pelle conciata al cromo 504


               502 In Patria una distribuzione diffusa, al personale armato di vigilanza delle istallazioni, avvenne probabilmente
                   solo in occasione dell’alta allerta dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
               503 Le  forniture furono regolate  dai  seguenti  contratti:  3725 del  27/5/1994, 3756 del  28/3/1995,  3782 del
                   25/10/1996, 3819 e 3803 del 1996, 199 del 26/10/1999, 466 del 19/12/2001, 3857 (senza data), 4039 del
                   3/1272007, 1318 del 22/12/2010. In aggiunta venne prolungata la vita tecnica per ulteriori due anni, con
                   decorrenza dal: 2/10/2012 per il contratto n. 3819, 25/07/2012 per i contratti nn. 466 e 199, 1/4/2013 per il
                   contratto 4039, data di validità dell’efficienza balistica. Successivamente non venne più utilizzato per scopi
                   operativi.
               504 Ispettorato per la formazione e la specializzazione dell’Esercito, Prontuario dei mezzi, materiali ed equipag-
                   giamenti in uso alla fanteria, Cesano di Roma 2005, pp. 105-106.
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