Page 81 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE                                      81


               sotto i 150 metri, senza quindi particolari miglioramenti rispetto all’osservazione tradizionale;
               la sovrastruttura in tessuto era molto fragile, causando frequenti guasti, che avrebbero compor-
               tato l’inconveniente di lasciare la parte dipinta in bianco dell’elmetto sempre esposta. Per di più
               si precisò l’eccezionalità della simulazione, non avendo considerato invece la possibile usura
               della sovrastruttura degli elmetti (e quindi la sua minore efficacia, già scarsa) dopo un periodo
               di vita in trincea.

                  A fronte di queste amare conclusioni, si sconsigliò senza riserve l’impiego del suddetto
               elmetto speciale per le unità combattenti. Si fece presente, tra l’altro, che presso altri eserciti
               belligeranti sperimentazioni analoghe erano state nel frattempo archiviate. 139



                                                 Reggimento Marina


                  A conclusione di capitolo una doverosa annotazione sull’uso che anche la Regia Marina
               fece degli elmetti a partire dalla Grande Guerra. Partendo da una sofferta decisione economica
                                             140
               delle prime settimane di guerra,  fu del giugno 1916 la disposizione ufficiale, che assegnava ai
               reparti già operanti sul fronte terrestre le uniformi grigio-verdi, simili a quelle in uso al Regio
               Esercito. 141
                  Citando pure il caso omologo e contestuale, operato dai reparti mobilitati della R. Guardia di
               Finanza, è fondamentale annotare una considerazione, che evidenzia la simmetria tra compiti
               e uniformità del vestiario, anche tra reparti di diversa provenienza ordinamentale: «La colla-
               borazione fra le due forze armate si estendeva anche agli aspetti uniformologici, tutt’altro che
                                                                                                        142
               trascurabili in reparti di questo genere per l’elevato significato simbolico che ne conseguiva».
               E’ un aspetto, affatto secondario, su cui torneremo, perché la sinergia (attuata o mancata) tra
               Forze Armate e Corpi diversi sarà costante fino ai giorni nostri. Possiamo dunque dire che tutto
               parte da qui, sull’intrigato rapporto tra abito e monaco, visto che in precedenza non si erano
               avuti problemi di sorta. 143
                  Tornando invece alla realtà del Primo conflitto mondiale, è curioso tuttavia registrare che
               nella normativa della Marina non vennero mai citati in forma esplicita gli elmetti. Né nella
               circolare del giugno 1916, né se ne parlò nella relativa aggiunta (specifica proprio dei berretti
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               dei sottocapi e comuni) dell’agosto successivo,  né nelle Norme per il servizio del vestiario al
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               fronte terreste del gennaio del 1918  o nelle loro varianti.  Tuttavia sappiamo dalle fotografie
               di guerra che la tenuta da campagna, per chi operava sulla terraferma, comprendeva i copricapi

               139 Documento 61: Relazione del 7/8/1918 (Comando 52ª Divisione. Stato Maggiore); documento 1385: Rela-
                   zione di Fusco del 7/8/1918 (Comando della 33ª Squadriglia aeroplani); documento n. 621 di Beltramo del
                   30/8/1918 (Comando Armata Altipiani. Ufficio Aeronautico).
               140 Il problema nasceva dal fatto che i maggiori costi per assegnare tali uniformi ai marinai impegnati a terra, non
                   erano proporzionati e ammortizzabili al possibile impiego – solo temporaneo – dei medesimi militari lontani
                   dalle navi. AUSMM, Titolario 2, 1915, b. 466, f. 8, sf. divisa grigio-verde; viene citato il Decreto luogotenen-
                   ziale n. 838 del 3 giugno 1915.
               141 Circolare n. 3381 dell’11/6/1916, Atto 518 del Giornale Ufficiale della Marina, 1916.
               142 L.E. Longo, I «reparti speciali» italiani nella seconda guerra mondiale, Mursia, Milano 1991, p. 290.
               143 A. Menichelli, Noi vedevam ogni matin splendere d’or tutta Trieste, in «Uniformi & Armi», n. 46, dicembre
                   1994, pp. 8-18; S. Ales, Il Corpo Fanteria Real Marina 1861-1878, USSMD, Roma 2014.
               144 Art. 4 del Foglio d’ordini in data 1° agosto 1916, Atto 548 del Giornale Ufficiale della Marina, 1916.
               145 Art. 20 del Foglio d’ordini in data 17-18/1/1918, Atto 42 del Giornale Ufficiale della Marina, 1918.
               146 Art. 25 del Foglio d’ordini in data 11/4/1918, Atto 272 del Giornale Ufficiale della Marina, 1918.
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