Page 7 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Introduzione
el contesto della Seconda guerra mondiale il 1941 è caratterizzato per l’Italia
dalla sconfitta in Africa Orientale, dalle campagne di Jugoslavia e Grecia,
N dalla partecipazione sul fronte orientale con il Corpo di Spedizione Italiano
in Russia (CSIR) e dalla ripresa dell’offensiva in Africa Settentrionale. L’impegno bel-
lico coinvolge sempre più a fondo le forze armate e le risorse economiche e industriali
italiane: svanita l’illusione di una guerra breve, si adeguano produzione bellica e rifor-
nimenti alle accresciute necessità militari. Problemi di non facile soluzione, ai quali si
aggiungono, progressivamente, quelli relativi all’amministrazione, ai rapporti con le
nazionalità e alla sistemazione dei nuovi confini delle zone occupate, come nel caso dei
territori jugoslavi invasi ad aprile. Al di là delle affermazioni ufficiali di reciproca stima
e volontà di collaborazione, si inizia inoltre a porre la complessa questione dei rapporti
con l’alleato tedesco e cogliere i primi segnali di crisi interna dell’Asse, di cui la de-
terminazione delle zone d’influenza nei Balcani rappresenta una delle principali cause.
Anche lo Stato Indipendente Croato degli ustaša di Ante Pavelić, formalmente sot-
toposto all’influenza italiana, è di fatto diviso in due zone d’occupazione distinte – ita-
liana e tedesca – e l’Italia esercita un reale controllo solamente nella parte direttamente
occupata dalla 2ª Armata. Ufficialmente contrassegnate dal rapporto di alleanza, le rela-
zioni italo-croate saranno caratterizzate in realtà da una forte conflittualità, generata da
alcune fondamentali questioni, in primis quella dalmata. Le autorità militari italiani sul
posto sin dall’inizio si dimostreranno critiche nei confronti dell’alleato ustaša al potere
e della feroce crociata mossa contro i “nemici dello Stato croato”. Coinvolti nella trage-
dia dai propositi imperialisti del fascismo, i militari italiani si troveranno ad affrontare
una situazione che avrebbe avuto importanti ripercussioni politiche, intervenendo in
favore di serbi ed ebrei contro gli alleati ustaša. L’atteggiamento delle forze armate ita-
liane presenti sul territorio dello Stato Indipendente Croato porterà a gravi incompren-
sioni e contrasti, sia tra Roma e Zagabria, sia tra le massime autorità politiche italiane e
i comandi della 2ª Armata. L’ordine categorico di non intervenire dinanzi alle violenze
e disinteressarsi delle questioni locali sarà difficile da attendere.
Sebbene all’occupazione italiana della Jugoslavia durante la Seconda guerra mon-
diale siano stati dedicati non pochi studi, nondimeno il presente volume, attraverso
un’analisi dettagliata di documenti e memorialistica, riesce ancora a offrire spunti nuovi
su temi quali l’ostilità tra croati e militari italiani, la collaborazione dei comandi italiani
con i serbi, l’atteggiamento del Regio Esercito nei confronti della popolazione civile, le
operazioni antipartigiane e la conflittualità tra Italia e Germania per l’egemonia nell’a-
rea balcanica formalmente concessa all’influenza italiana.
Antonello BIAGINI
Professore Ordinario di Storia dell’Europa Orientale
e Prorettore agli Affari Generali di Sapienza Università di Roma

