Page 11 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Balcani sono la regione europea caratterizzata dal più grande numero di di-
                   versità linguistiche, etniche e confessionali. Le origini di questa straordinaria
             I varietà affondano nel primo del Medioevo, quando le popolazioni slave mi-
             grarono verso i Balcani fra la fine del VI e l’inizio del VII secolo, sovrapponendosi
             alle genti locali ed assorbendone in parte la cultura, già ampiamente romanizzata.
                Fra i popoli stabilitisi nella regione, i croati giunsero nei territori fra il fiume
             Drava e il Mediterraneo nel terzo decennio del VII secolo, mentre circa nello stesso
             periodo i serbi si insediavano nel territorio tra i fiumi Piva e Morava.
                Il secolo successivo fu caratterizzato sia dalla rivalità per il predominio sulla
             regione fra le due principali potenze dell’epoca, l’Impero Bizantino e quello Caro-
             lingio, sia dalla progressiva conversione al cristianesimo delle popolazioni slave. In
             questa epoca, i croati vennero evangelizzati dai vescovati dell’Italia settentrionale,
             soggetti all’impero franco, mentre le popolazioni viciniore, e primi fra tutti i serbi,
             lo furono da quelli provenienti dall’Impero Bizantino. I croati rientrarono così nella
             sfera di influenza dell’Impero franco, mentre i serbi vennero attratti invece nella
             sfera politica e culturale di Costantinopoli. Si venne così a creare quella separazio-
             ne fra “slavi occidentali” e “slavi orientali” che non si sarebbe mai completamente
             ricomposta e che sarà anzi approfondita dallo scisma dell’XI secolo, che segnò la
             definitiva scissione fra la cristianità romana e quella greca.
                Nel corso del secolo X i croati dettero progressivamente vita ad una entità na-
             zionale  che, a partire dalla originaria struttura tribale, diveniva sempre più artico-
             lata, allargando il proprio controllo dalla originaria regione fra Nin e Cetina fino a
             comprendere gran parte della Dalmazia e della Slavonia attuali, dandosi anche un
             re, il condottiero Tomislav, riconosciuto da allora in poi come il fondatore dello
             stato croato. Gli anni successivi conobbero un progressivo rafforzamento del regno
             croato, che raggiunse il vertice della propria affermazione  nei primi decenni del-
             l’XI secolo, con i re Kresimar Petar (1058-1079) e Zvonimir (1076-1089). Negli
             stessi anni conosceva una analoga espansione anche il regno serbo, i cui sovrani,
             affrancatisi dal dominio dei bulgari, dettero vita nel 1077 al primo stato serbo che
             nel secolo successivo, costituitosi in regno sotto il principe Stevan Nemanja, avreb-
             be condotto una aggressiva politica di espansione in tutti Balcani meridionali, sia
             pure sotto la nominale sovranità del regno di Ungheria.
                L’affermazione della ascesa serba coincise con una eclisse di quella del regno
             croato, caduto in seguito alla morte di Zvonimir in preda a lotte intestine culminate
             con l’assunzione della corona di Croazia da parte del re d’Ungheria, Koloman, nel
             1102. Tale unione, destinata a durare fino al 1918, segnò per la Croazia un momento

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