Page 323 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie 323
Si può comunque affermare che questo sentire non è vero in senso asso-
luto e non sempre il punto di partenza è la sicurezza, il Bene e la consape-
volezza d’uno scrigno di valori; spesso è il singolo individuo, il suo animo
umano a porre diversamente i termini della questione e stabilire quali siano
i valori.
Ma spesso (quasi sempre) quell’individuo è un poeta.
Nella Poesia, ad esempio, il remoto, l’appena scoperto è luogo di sere-
nità e non è evento raro che si evochino atmosfere che ricordino un para-
diso.
Il Petrarca lirico solleva una Natura che, ad immaginarla, non può che
far sognare un attracco definitivo in quello scenario. Se poi si scopre che
quello scenario sono le Isole Fortunate, viene da pensare che la serenità
(chi osa parlare di felicità?) lì possa avere ancora più senso:
Fuor tutt’i nostri lidi,
ne l’isole famose di Fortuna,
du fonti à: chi de l’una
bee, mor ridendo, e chi de l’altra, scampa.
Simil fortuna stampa
mia vita, che morir poria ridendo
del gran piacer ch’io prendo,
se nol temprassen dolorosi stridi.
Amor, ch’ancor mi guidi
pur a l’ombra di fama occulta e bruna,
tacerem questa fonte, ch’ogni or piena
ma con più larga vena
veggiam quando col Tauro il sol s’aduna;
così gli occhi miei piangon d’ogni tempo,
ma più nel tempo che Madonna vidi.
Ma v’è tutto sospeso e l’atmosfera è una quiete e una serenità infinite.
E qui non pare passeggi uomo, né selvaggio. Ogni parola è un ricamo e
l’attenzione per essa è al sommo. Quanta distanza dalla prosa! Posto v’è
soltanto per l’Amore e ogni minaccia – anche d’una sola parola che possa
scheggiare il luogo – non può entrare nel quadro.
Dunque, non sempre sognando l’angolo remoto di mondo, si deve chia-
mare in scena l’altro, ovvero ciò che rende possibile la distinzione tra la
civiltà e l’uomo primitivo. Né muta il sentire se dal Petrarca attraversiamo

