Page 118 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            PAOLO RACAGNI

            Parma, 1888 – Monte Vodice, 26 maggio 1917

            Figlio del generale Camillo, Paolo fu educato a un profondo senso del dovere e all’amor di patria. Completato il corso di
            studi a Torino, si iscrisse alla facoltà di Architettura del Politecnico del capoluogo piemontese e, conseguita la laurea, fu chia-
            mato alle armi nel 1915. Assegnato, su sua richiesta, al Corpo degli alpini, dopo un breve corso per allievi ufficiali fu nominato
            sottotenente. Nel maggio 1916 fu inviato al fronte, con la 186^ Sezione mitragliatrici del Battaglione Moncenisio del 3° Reg-
            gimento Alpini. La sua unità fu in un primo tempo schierata sulla linea del fuoco che si stendeva da Creta di Collinetta,
            Monte Croce Carnico, Pal Piccolo al Pal Grande. Era una zona impervia raggiungibile solo a piedi per gli approvvigionamenti.
            Questo luogo ricorda lo straordinario impegno delle donne del fondo valle, le famose portatrici carniche, per rifornire di
            armi e di cibo i combattenti. Il giovane alpino, grazie al suo comportamento, fu promosso tenente e prese il comando della
            Sezione mitragliatrici. L’anno successivo, il suo Battaglione lasciò il fronte montano e fu dislocato sul Medio Isonzo nella
            zona di Gorizia, alle pendici del Monte Vodice in previsione della decima battaglia. Qui, nell’ultima metà del mese di maggio,
            la Sezione mitragliatrici affidata al tenente Racagni ebbe l’arduo compito di contrastare la seconda fase dell’offensiva austriaca.
            Più volte ferito, non abbandonò la sua posizione finché le forze lo sostennero per poi spegnersi all’ospedale da campo di
            Rosazzo.




            MONTE VODICE, 18-26 MAGGIO 1917, DECIMA OFFENSIVA DELL’ISONZO

            Altius Tendo

            Paolo Racagni, un alpino, un combattente che non indietreggiò mai, un uomo capace di sacrificare la propria vita per gli
            ideali di patria. L’impresa eroica, quella destinata a troncare tragicamente la vita, si svolse alle pendici del Monte Vodice. Il
            19 maggio Paolo Racagni accorse con i suoi uomini dove si manifestava più forte la pressione dei contrattacchi austriaci. Per
            cinque lunghi giorni consecutivi il tenente e i suoi soldati tennero duro, e con un fitto fuoco di sbarramento contribuirono
            al consolidamento della conquista della Selletta del Vodice. Sebbene ferito più volte, non abbandonò mai il suo posto di co-
            mandante, continuando a indirizzare i tiri di interdizione delle mitragliatrici della sua 186^ Sezione. Colpito una quarta volta
            alla gola, fu portato dai suoi alpini al posto di medicazione. Sommariamente bendato, volle tornare in prima linea in una fase
            critica del combattimento e, manovrando di persona una mitragliatrice, prese di mira le truppe nemiche che avanzavano. Fu
            ferito al torace e cadde a terra. Trasportato all’ospedale da campo n. 36 a Corno di Rosazzo, morì quello stesso giorno.
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