Page 156 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            PAOLO THAON DI REVEL

            Torino, 1859 – Roma, 1948

            Figlio del senatore Ottavio, uno dei firmatari dello Statuto Albertino del 1848, ebbe un’infanzia non facile per la morte pre-
            matura del padre. Studiò a Torino e a Genova, poi entrò a quattordici anni nella Regia Marina, che da quel momento fu al
            centro della sua vita. Imbarcato sulla corvetta Garibaldi, nel 1879 circumnavigò il globo e da allora fu sempre in mare, salvo
            quando divenne aiutante di campo per quattro anni del re Umberto I. Mise a disposizione la sua preparazione e la sua
            passione a favore della Regia Marina che doveva cancellare il disonore della sconfitta di Lissa e riconquistare la stima e l’am-
            mirazione degli italiani. Così andò a dirigere i prestigiosi istituti di formazione per i nuovi marinai: la Scuola macchinisti di
            Venezia e l’Accademia Navale di Livorno. Promosso capitano di vascello, con la corazzata Vittorio Emanuele e con le altre
            unità della sua squadra andò in soccorso alle popolazioni siciliane colpite dal terribile terremoto del dicembre 1908. Nella
            guerra italo-turca, come contrammiraglio, si distinse brillantemente al comando della 2^ Divisione della 2^ Squadra navale
            in difficili operazioni militari per le quali ottenne la nomina a commendatore dell’Ordine Militare di Savoia. Quando assunse,
            il 1° aprile 1913, la carica di Capo di Stato Maggiore della Marina, pose grande impegno nell’ammodernamento della Forza
            Armata intuendo che in Adriatico la guerra si sarebbe basata su azioni rapide con naviglio leggero, con i sommergibili e con
            l’utilizzo sempre più esteso degli aerei. Scoppiata la guerra, poiché Luigi Amedeo di Savoia, comandante delle Forze navali
            riunite, non condivideva queste sue idee, Thaon di Revel si dimise il 1° ottobre 1915 dall’incarico e assunse la guida del di-
            partimento militare di Venezia, un mandato che rappresentò una svolta nella conduzione della guerra navale nell’Alto Adria-
            tico. Ottenne infatti, in quella zona estremamente delicata dello scacchiere bellico, il potenziamento dell’aviazione navale,
            l’utilizzo di treni armati, l’impiego a terra di reparti di marinai, la Brigata Marina, e in particolare il ricorso ai MAS. Nel
            febbraio 1917 Thaon di Revel fu nuovamente chiamato a ricoprire la carica di Capo di Stato Maggiore della Marina. Con la
            strategia adottata, la Marina ottenne importanti successi: l’affondamento della corazzata Wien nel porto di Trieste, della Szent
            István a Premuda, della Viribus Unitis a Pola e a lui andò il merito di essere stato l’artefice della vittoria italiana sul mare.
            Nel difficile dopoguerra continuò nel suo impegno prima come rappresentante alla Conferenza di pace e poi, dimessosi da
            comandante in capo, come ministro. La sua dedizione alla causa della Marina ebbe prestigiosi riconoscimenti: nel 1924 gli
            fu conferito il titolo di Duca del mare e il 4 novembre di quello stesso anno ebbe la promozione a Grande ammiraglio, grado che
            gli consentì di rimanere in servizio a vita. Nel secondo dopoguerra ricoprì per poco meno di un anno – dal 1943 al 1944 –
            la carica di presidente del Senato. Fu Paolo Thaon di Revel che fece costruire due navi scuola in stile antico; la Colombo, data
            all’Unione Sovietica come parte del pagamento dei danni di guerra e l’Amerigo Vespucci in servizio ancora oggi.


            CORTELLAZZO, BASSO PIAVE, 16 NOVEMBRE 1917, LA BATTAGLIA D’ARRESTO


            Perseverare in una lotta senza tregua

            Nelle drammatiche giornate seguite a Caporetto, Paolo Thaon di Revel risiedette quasi senza interruzione a Venezia e seguì
            personalmente l’evolversi della situazione in modo da provvedere tempestivamente secondo le necessità. Rappresentò così
            l’anima della difesa a oltranza della piazzaforte della città lagunare: tra il 30 ottobre e l’8 novembre 1917 diresse l’organizza-
            zione, con il personale rientrato dalle difese ormai abbandonate di Grado e di Monfalcone, del Reggimento Marina. La
            nuova unità entrò in linea il 9 novembre a Cortellazzo e respinse le numerose puntate offensive della fanteria austro-ungarica
            ben armata e con il morale alle stelle per gli insperati successi fino a quel momento conseguiti. Sempre vicino all’azione,
            Thaon di Revel si trovava il 16 novembre nel piccolo borgo di Piave Vecchia quando intuì il delinearsi di un pericoloso
            attacco da parte di una divisione navale nemica, incentrata sulla Budapest e sulla Wien, che bombardò il litorale per saggiare
            l’efficacia della difesa italiana. Revel ordinò subito al Comando di Venezia di sferrare un contrattacco mobilitando aerei,
            MAS e sommergibili, nell’insieme una forza decisamente inferiore a quella nemica, ma che riuscì con grande determinazione
            e audacia a sventare l’assalto del gruppo delle navi austriache che aveva già aperto il fuoco contro la postazione di Cortellazzo:
            questo fu l’ultimo vano tentativo della flotta austro-ungarica di forzare dal mare la linea difensiva italiana.
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