Page 176 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            ANTONIO MILANI

            Lodi, Milano, 1895 – Verona, 1982

            Si arruolò volontario a soli 17 anni nel Corpo Reali Equipaggi di Marina (CREM) e ne uscì nel 1913 come allievo torpe-
            diniere. Con questo ruolo si imbarcò sull’esploratore Marsala che lasciò l’anno dopo, a guerra dichiarata, per l’incrociatore
            Carlo Alberto. Di carattere audace e impavido chiese di essere trasferito a una squadriglia MAS (Motoscafo Armato Silu-
            rante) e con questa unità prese parte a un’ardita impresa nell’Alto Adriatico per forzare il canale di Fasana, lo stretto tra
            le isole Brioni e la costa istriana per colpire le navi della marina austro-ungarica che si trovavano lì alla fonda. Nella notte
            del 1° novembre 1916 il MAS 20 su cui si era imbarcato, al comando del tenente di vascello Ildebrando Goiran, riuscì a
            superare gli sbarramenti che ostruivano l’accesso al canale e a raggiungere la distanza da cui lanciare contro l’incrociatore
            Mars i siluri, che furono però fermati dalle reti di protezione che lo circondavano. Nonostante non ci fossero stati affon-
            damenti, l’impresa testimoniò l’audacia dell’equipaggio del MAS 20 e Milani, decorato con la Medaglia d’Argento, fu pro-
            mosso sottocapo torpediniere silurista. Nel maggio 1918 si offrì nuovamente volontario per un’incursione dentro il munito
            porto di Pola a bordo di un mezzo appositamente progettato, denominato Grillo, per superare le ostruzioni difensive.
            L’unità italiana riuscì a penetrare nel porto nemico nonostante l’intenso fuoco di sbarramento, ma poi, affiancata da una
            motovedetta austro-ungarica, fu impossibilitata a completare la missione. I marinai, tutti volontari, affondato il motoscafo
            Grillo, furono fatti prigionieri. Milani, tornato in Patria dopo la conclusione vittoriosa della guerra, fu decorato Motu
            proprio da Vittorio Emanuele III con la Medaglia d’Oro.
            Richiamato in servizio nel 1935 fu destinato all’unità a lui più congeniale, la 7^ Squadriglia MAS. Prese parte alla Seconda
            guerra mondiale e concluse la sua carriera militare come capitano del CREM nella riserva.


            POLA, 14 MAGGIO 1918, LA REAZIONE ITALIANA

            Di notte, nell’acque di Pola, all’attacco della Viribus Unitis

            Mario Pellegrini, comandante di corvetta, Antonio Milani, 2° capo torpediniere, Francesco Angelino, marinaio scelto, Giu-
            seppe Corrias, fuochista scelto, si offrirono volontari per un’impresa audace e temeraria al limite dell’impossibile progettata
            dal comandante Costanzo Ciano, il protagonista pochi mesi prima, insieme a Gabriele D’Annunzio, della Beffa di Buccari. Il
            piano prevedeva un’incursione dell’equipaggio della Regia Marina nella base austriaca di Pola a bordo del barchino saltatore
            Grillo, un’imbarcazione armata con due siluri e dotata di cingoli, appositamente progettata per superare gli estesi sistemi di
            difesa collocati all’ingresso della rada a protezione delle singole unità navali. Il Grillo, portato nelle acque delle isole croate
            Brioni, si avvicinò in piena notte al primo sbarramento della base di Pola senza essere né visto né intercettato, ma poi l’im-
            barcazione fu inquadrata dai riflettori della difesa di terra da dove partirono subito raffiche di mitragliatrice e colpi di fucile
            che ferirono Francesco Angelino. L’unità italiana continuò comunque ad avanzare superando uno dietro l’altro i primi quattro
            sbarramenti malgrado il tiro delle artiglierie delle navi e delle difese terrestri. A questo punto il Grillo fu raggiunto da un
            colpo di cannone che provocò una larga falla nello scafo. Cominciò così a sbandare e ad affondare, mentre l’equipaggio ten-
            tava comunque di lanciare un siluro che tuttavia andò a vuoto. I quattro prodi marinai, dopo aver abbandonato l’imbarcazione,
            furono fatti prigionieri e condotti a bordo della Viribus Unitis. A guerra finita furono tutti decorati con la più alta onorificenza
            militare.
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