Page 178 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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176 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
LUIGI RIZZO
Milazzo, 1887 – Roma, 1951
Luigi Rizzo è stato il militare della Marina più decorato di tutti i tempi. Apparteneva a una famiglia di solide tradizioni pa-
triottiche e marinare: lo zio paterno, Giovanni, aveva perduto la vita a bordo della corazzata Re d’Italia a Lissa nel 1866. Fu
naturale così per il giovane seguire gli insegnamenti familiari e, completati gli studi nel 1905 all’Istituto Nautico di Messina,
iniziò la sua vita sul mare. Divenuto capitano di lungo corso nel 1912, allo scoppio della guerra mondiale fu chiamato in ser-
vizio dalla Regia Marina e promosso tenente di vascello, destinato alla difesa di Grado. Rizzo si segnalò subito per coraggio
e per capacità durante le operazioni sull’Alto Adriatico come osservatore a bordo di idrovolanti, tanto che fu decorato con
una prima Medaglia d’Argento nel novembre 1915. Nel maggio 1916 fu nominato comandante della squadriglia dei MAS di
Grado confermando in questo nuovo ruolo le sue straordinarie doti di coraggio e di intraprendenza con pericolose incursioni
nel Golfo di Trieste. Dopo Caporetto, abbandonate le postazioni costiere sull’Alto Adriatico, il comando della Regia Marina
progettò un’azione contro le corazzate austriache ormeggiate nella rada di Trieste la Wien, la Aspern e la Budapest con l’obiettivo
di prevenire un possibile sbarco sul fianco destro del nostro esercito che avrebbe potuto compromettere la linea di difesa
sul Piave. All’ora X nella notte tra il 9 e il 10 dicembre la missione prese il via. Due MAS uno condotto da Luigi Rizzo, l’altro
da Andrea Ferrarini, riuscirono a penetrare nel cuore del dispositivo militare nemico e ad affondare la corazzata Wien. Per
questa azione Luigi Rizzo fu decorato con la Medaglia d’Oro e Andrea Ferrarini con la Medaglia d’Argento. Trasferito poi
alla squadriglia MAS di Ancona fu protagonista di una delle più memorabili azioni della Regia Marina nella Grande Guerra.
All’altezza dell’isola di Premuda, questa volta accompagnato da Giuseppe Aonzo alla guida del secondo MAS intercettò la
potente flotta austro-ungarica. I due piccoli mezzi d’assalto italiani si incunearono tra le navi nemiche e scagliarono i loro
siluri contro le due corazzate, ma solo quelli lanciati dal MAS di Rizzo colpirono la Szent István, esplosero e affondarono la
nave; la Tegetthof, pur centrata, non subì invece danni. L’azione valse ai due valorosi protagonisti la Medaglia d’Oro (la seconda
per il pluridecorato capitano di vascello siciliano), ma soprattutto stroncò sul nascere il tentativo della Marina imperiale di
imporre il proprio controllo sul Mar Adriatico che rimase invece saldamente nelle mani dell’Italia.
Rizzo fu insignito nel 1932 del titolo nobiliare di conte di Grado e successivamente di Premuda e la Regia Marina in ricordo
della straordinaria impresa del 1918 decise di celebrare la propria festa il 10 giugno.
ISOLA DI PREMUDA, MEDIO ADRIATICO, 10 GIUGNO 1918, LA REAZIONE ITALIANA
Memento Audere Semper
Un imponente schieramento dell’armata navale austro-ungarica, tra cui le corazzate Szent István (Santo Stefano) e la Tegetthof,
navigava il 10 giugno per forzare gli sbarramenti italiani nel canale di Otranto. Secondo il piano di attacco messo a punto dal
Capo di Stato Maggiore della Marina imperiale, contrammiraglio Miklós Horthy, questa azione avrebbe permesso di assumere
il controllo dell’Adriatico. Vi era grande sicurezza nella riuscita dell’impresa tanto che erano state previste anche riprese ci-
nematografiche e l’affondamento della corazzata fu effettivamente filmato. Il progetto fu però sconvolto dall’azione di due
unità italiane. Il 9 giugno due MAS guidati da Rizzo e dal guardiamarina Giuseppe Aonzo, presero il largo da Ancona per
un normale pattugliamento, ma nella notte del giorno successivo Rizzo scorse una densa nuvola di fumo all’altezza dell’isola
di Premuda che segnalava la presenza di navi nemiche. I due motoscafi invertirono subito la rotta dirigendosi verso le unità
austroungariche. Grazie a un’abile manovra riuscirono ad avvicinarsi senza essere visti e da breve distanza lanciarono i loro
siluri: Rizzo colpì la Szent István provocando danni irreparabili e l’affondamento della corazzata, mentre Aonzo centrò con
un siluro, che però non esplose, la Tegetthof.