Page 182 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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180 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
GIULIO CESARE TASSONI
Montecchi, Reggio Emilia, 1859 – Roma 1942
Fu protagonista di una brillante carriera che lo vide raggiungere i più alti gradi della gerarchia dell’Esercito e anche delle istituzioni
pubbliche. Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico della sua città, chiamato alla leva, entrò il 1° ottobre 1875 alla Scuola Militare di
Modena e al termine del corso di studi, nell’agosto dell’anno successivo, fu assegnato con il grado di sottotenente al 6° Reggimento Ber-
saglieri di stanza a Treviso. Durante il servizio militare, promosso tenente, frequentò a Torino il corso della Scuola di Guerra risultando
il migliore. Nel 1885 fu nominato capitano e trasferito al 66° Reggimento Fanteria di Milano. Nel 1887, inquadrato nel Corpo di Stato
Maggiore a Roma ebbe il comando del VI Corpo d’Armata dove rimase fino al 1893 quando, con il grado di maggiore, raggiunse
Palermo nel momento in cui l’isola era scossa dal movimento dei Fasci siciliani. Nel corso delle agitazioni in cui il suo battaglione fu
impiegato in servizio di ordine pubblico, ottenne un encomio solenne per essere riuscito a contenere le manifestazioni nella zona di Par-
tinico senza ricorrere all’uso delle armi. Nel 1896 ebbe l’incarico di insegnante di storia militare alla Scuola di Guerra di Torino, che tenne
fino al 1900. Nell’estate del 1912 Tassoni fu inviato in Libia e, al comando della 4^ Divisione Speciale, prese parte alla battaglia di Zuara
e alla conquista dell’importante nodo carovaniero di Regdaline, ottenendo così la promozione per meriti di guerra a tenente generale.
Rientrato in Italia, fu nominato nel marzo 1914 sottosegretario del Ministero della Guerra retto dal generale Domenico Grandi nel
primo governo Salandra. Dopo poco meno di sette mesi si dimise dall’incarico per divergenze sul sistema di mobilitazione adottato dal
Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna. Nel febbraio 1915 fu nuovamente inviato in Libia questa volta come governatore della Tripolitania,
ma le operazioni militari da lui progettate per consolidare il possedimento italiano ebbero un esito infelice, tanto che fu richiamato in
Patria e sostituito dal generale Giovanni Ameglio. Alla dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria, Tassoni, all’età ormai di cinquantasei
anni, ebbe il comando della Divisione Speciale Bersaglieri che fu impegnata nella seconda offensiva dell’Isonzo e nell’occupazione della
conca di Plezzo nell’agosto-settembre 1915. Successivamente ebbe il comando del IV Corpo d’Armata che guidò senza ottenere particolari
successi ma a prezzo di gravi perdite nel settore Mrzli-Tolmino. Nel novembre 1916 sostituì il generale Clemente Lequio, con cui aveva
combattuto in Libia, nel comando della Zona Carnia, una posizione operativa che lo portò a nuove acute divergenze con Luigi Cadorna.
Interrogato nel settembre 1918 dalla Commissione d’inchiesta su Caporetto, Tassoni mosse dure critiche all’operato del Comandante Supremo
accusandolo di non aver mai avuto un piano strategico preciso e ben definito che guidasse le operazioni militari. Nell’ultimo anno di
guerra ebbe il comando della 7^ Armata schierata dallo Stelvio al Garda che contrastò con grande energia l’offensiva austriaca nella
battaglia del Solstizio. Nel corso della battaglia decisiva di Vittorio Veneto liberò il Trentino giungendo prima dell’armistizio a Cles e
Mezzolombardo, tagliando così la possibilità di ritirata a un numero considerevole di militari austro-ungarici.
Per la sua lunga carriera militare ottenne, tra le altre onorificenze, la nomina a Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Nell’ottobre
1919 fu nominato senatore del Regno d’Italia e nel 1926 ricevette il titolo di conte, Motu proprio, da Vittorio Emanuele III.
PASSO DEL TONALE, 13 GIUGNO 1918, LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO
Si avvicinano le giornate del riscatto
Tassoni durante la guerra ebbe il comando di molte e impegnative operazioni militari fino alla vittoria. Nella notte del 13 giugno
1918 le forze austro-ungariche lanciarono, secondo i piani del generale Conrad, la Lawine-expedition (l’Offensiva valanga) la terza
fase dell’ultimo imponente attacco contro le posizioni italiane: le armate delle Alpi dovevano investire il Passo del Tonale nel
disperato tentativo di sfondare la linea difensiva e penetrare in Val Camonica. Così nelle prime ore del mattino le artiglierie austriache
aprirono il fuoco su Ponte di Legno, cui poi fece seguito un violento assalto della fanteria. Il generale Giulio Cesare Tassoni, al co-
mando del VII Corpo d’Armata, aveva però già provveduto a rinforzare il presidio italiano e gli austriaci si scontrarono con una
forza ben superiore al previsto. L’attacco al centro dello schieramento italiano fu subito bloccato davanti alle trincee tenute dal Bat-
taglione alpino Tolmezzo. Al mattino l’offensiva nemica ottenne qualche iniziale successo lungo la Cresta dei Monticelli, nel gruppo
dell’Adamello, la zona presidiata dalle nostre unità fin dall’inizio dell’anno, pur a costo di gravissime perdite. Nel prosieguo della
giornata scese in campo la 1^ Divisione da Montagna austriaca, ma le forze del generale Tassoni resistettero e contrattaccarono
con grande energia. La battaglia continuò senza sosta fino al giorno successivo. Il 14 giugno l’offensiva austriaca con reparti della
22^ Divisione Schutzen contro le difese del Monte Rosa fu respinta e molti militari austro-ungarici furono fatti prigionieri dagli
alpini usciti dalle trincee. L’operazione Lawine era fallita.