Page 184 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            GIOVANNI LIPELLA

            Riva di Trento, ora Riva del Garda, 1899 – Romano di Ezzelino, Vicenza, 26 giugno 1918
            Giovanni Lipella fu uno dei ragazzi del ’99, che non esitò a sacrificare la sua giovanissima vita per fermare il nemico invasore.
            Il ragazzo, dopo aver completato gli studi a Verona, raggiunta l’età del servizio militare, non ancora diciottenne, si arruolò
            da irredento nel giugno 1917 nel 72° Reggimento Fanteria. Alla fine dell’anno fu inviato alla Scuola Mitraglieri di Brescia e,
            nominato sottotenente, fu destinato alla 994^ Compagnia mitraglieri FIAT che era stata assegnata al 139° Reggimento della
            Brigata Bari. Il 15 giugno l’esercito austro-ungarico sferrò l’ultima grande offensiva nel tentativo di dare una svolta decisiva
            al conflitto e riuscì a rompere il fronte all’altezza del Monte Asolone. Il 139° Reggimento fu così impegnato in un durissimo
            scontro per arginare l’avanzata delle unità nemiche. Il giovane sottotenente Lipella, sotto un furioso bombardamento austriaco,
            si prodigò per incitare e rincuorare i compagni della 994^ compagnia e continuò senza tregua a sparare finché le forze lo so-
            stennero. Le sue ultime ore lo videro in mano ai nemici che lo abbandonarono in una caverna. Fu ritrovato il giorno seguente
            dai suoi commilitoni ancora in vita, trasportato all’ospedaletto da campo n. 60 a Romano d’Ezzelino, morì il 26 giugno 1918.




            MONTE ASOLONE, 15 GIUGNO 1918, LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO

            “Il loro contegno è stato magnifico”

            Nel corso dell’ultimo tentativo dell’Impero austro-ungarico di invasione del territorio italiano del giugno 1918, gli Altipiani
            e il massiccio del Grappa furono investiti da un poderoso attacco di fanteria preparato dal fuoco di 1400 batterie d’artiglieria.
            Sul Monte Asolone, una propaggine occidentale del Monte Grappa, un punto nevralgico dello schieramento difensivo, il
            nemico riuscì inizialmente a sfondare la linea tenuta dalla Brigata Bari, ma la coraggiosa reazione degli uomini della 994^
            Compagnia mitraglieri del 139° Reggimento guidati da Giovanni Lipella permise di rallentarne l’avanzata. Qui brillò l’eroismo
            del giovane irredento che nel momento più critico dei combattimenti si caricò sulle spalle un’arma rimasta senza serventi e,
            dopo averla portata in posizione, riprese a sparare sui nemici che avanzavano. Ripetutamente ferito, cadde privo di sensi
            sulla mitragliatrice. Questa sua ostinata resistenza consentì alle riserve prontamente impegnate di ritardare lo sfondamento
            delle linee di difesa. I successivi tentativi di passare furono così tutti respinti.



























            Nella pagina a fianco:
            Orlando Sora, la Medaglia d’Oro Giovanni Lipella, olio su tela

            Il giovane mitragliere irredento, ragazzo del ’99, elmetto calzato in capo, è al suo posto di combattimento con la mitragliatrice FIAT Revelli
            modello 1914, solo tra i compagni ormai senza vita. Non spara più, è ferito, sfiora il bidone di raffreddamento dell’arma rimasta forse senza pro-
            iettili e alza lo sguardo al cielo in cerca di un aiuto che solo da lì può ormai giungere. Tutt’intorno a perdita d’occhio una selva di elmetti Stahlhelm
            che avanzano tra il fumo delle esplosioni.
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