Page 174 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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172 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
ROBERTO SARFATTI
Venezia, 1900 – Col d’Echele, Asiago, 28 gennaio 1918
Il padre Cesare, avvocato, e la madre Margherita Grassini, giornalista e critica d’arte, si trasferirono da Venezia a Milano
quando il piccolo Roberto aveva due anni. Nato nel primo anno del secolo, la guerra lo sorprese poco più che adolescente,
ma il suo entusiasmo patriottico aveva la forza e il tono di una folgorazione: a quindici anni, nonostante la ferma contrarietà
dei genitori, alla mobilitazione generale dell’esercito nel 1915 si arruolò volontario utilizzando dei documenti di identità falsi
avuti da Filippo Corridoni. Scoperta la sua vera età, fu costretto a lasciare il 35° Reggimento Fanteria della Brigata Pistoia e
fu inviato dal padre all’Istituto Nautico di Venezia. Terminato l’anno scolastico si imbarcò per un lungo viaggio su una nave
mercantile del Lloyd Italiano per Rio de Janeiro. Dovette così attendere i diciassette anni, e, appena li ebbe compiuti, si
arruolò nel 6° Reggimento Alpini, rifiutando di frequentare un corso per allievi ufficiali, preferendo andare subito sulla linea
del fuoco. La sua guerra iniziò dopo Caporetto, nel Battaglione Monte Baldo, di nuova formazione; inviato nel settore tra il
Grappa e gli Altopiani, Sarfatti prese parte all’accanita resistenza opposta all’ultima grande offensiva delle truppe tedesche
e austriache ancora unite sulla fronte italiana. Combatté con gli arditi ottenendo un encomio e meritandosi i galloni da ca-
porale. Dopo una breve licenza premio a Milano per il comportamento tenuto a Monte Fior e al Sasso Rosso, nel dicembre
1917 prese parte alla battaglia dei Tre Monti, la prima vera vittoria dopo Caporetto, e cadde il 28 gennaio 1918 a Col d’Echele,
Altopiano dei Sette Comuni. Ebbe la Medaglia d’Oro al valor militare e fu il più giovane tra i decorati italiani della Grande
Guerra.
ALTOPIANO DI ASIAGO, COL D’ECHELE, 28 GENNAIO 1918, LA BATTAGLIA D’ARRESTO
Vincere, a qualunque costo
Di temperamento passionale ed esuberante, Roberto Sarfatti, ancora ragazzo, decise di ribellarsi ai genitori e di andare a
combattere. Il 27 gennaio 1918, alla vigilia della sua ultima temeraria impresa, era appena rientrato al fronte dopo una licenza
premio a Milano. Apprese che il suo Battaglione Monte Baldo del 6° Alpini l’indomani sarebbe stato una delle punte dell’attacco
a Col d’Echele, uno dei tre monti, insieme a Col del Rosso e Monte Valbella, che dovevano essere ripresi a tutti i costi dalle
forze italiane. Il 28, iniziata l’offensiva, il giovane fu tra i più pronti a giungere a ridosso della trincea nemica, da semplice
ardito si trasformò così in un trascinatore. I militari della 92^ Compagnia, seguendo il suo esempio, avanzarono oltre i reti-
colati, balzarono nella trincea, e intimarono ai nemici di arrendersi. Subentrò allora un momento di tregua nella concitazione
del combattimento. Solo Sarfatti non si arrestò, gridando ai compagni di seguirlo si gettò contro una postazione di mitra-
gliatrice che continuava a dirigere il fuoco sugli alpini. Un colpo in fronte fermò la sua corsa e gli troncò la vita.