Page 172 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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170 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
GIUSEPPE GARRONE
Vercelli, 1886 – Col della Berretta, Monte Grappa, 14 dicembre 1917
Giuseppe, per tutti Pinotto, appassionato alpinista, fu tra i fondatori della Sezione Universitaria del Club Alpino Italiano
(SUCAI). Laureato in Giurisprudenza, superò brillantemente nel 1908 il concorso in magistratura. Breve e deludente fu il
primo periodo di lavoro nel suo nuovo incarico sia a Roma sia a Torino. Scelse poi, spinto anche dalla sua passione per la
montagna, la pretura di Morgex, in Valle d’Aosta. Anche in questo piccolo borgo non rimase a lungo e alla fine del 1913 si
trasferì come giudice a Tripoli. In Libia, mentre svolgeva le sue funzioni di magistrato, si trovò accidentalmente coinvolto,
nel maggio 1915, nell’assedio da parte degli arabi della guarnigione italiana a Tarhuna, in Tripolitania, e nel disastroso ripie-
gamento dell’unità verso Tripoli fu ferito due volte. Rientrato in Italia, animato da quello spirito patriottico che vedeva nel
nuovo conflitto contro l’Austria-Ungheria la quarta Guerra d’Indipendenza e il compimento dell’unità nazionale, fece di
tutto per poter prendere parte allo storico evento. Riformato una prima volta alla visita di leva, fu finalmente arruolato
insieme al fratello Eugenio e nel febbraio 1916 partì con un reparto di sciatori del Battaglione alpino Saccarello per la Carnia,
ritrovando le sue amate montagne. Promosso capitano nell’autunno 1917, assunse il comando della 69^ Compagnia del Bat-
taglione Gemona dell’8° Reggimento delle penne nere. Nelle angosciose giornate del ripiegamento di Caporetto, riuscì con
grande capacità e valore a sottrarre i suoi uomini all’accerchiamento e a raggiungere la nuova linea difensiva sul massiccio
del Grappa, dove prese il comando della 6^ Compagnia del Battaglione Tolmezzo, in cui si trovava anche il fratello Eugenio.
Nel corso della battaglia d’arresto fu sempre in prima linea a incoraggiare e sostenere i suoi, riuscendo a resistere per lunghi
giorni ai ripetuti attacchi degli austro-tedeschi. Il 14 dicembre, in un durissimo scontro, fu ferito gravemente. Raccolto dal
fratello e accompagnato al più vicino posto di medicazione, fu colpito da una granata e morì tra le braccia dell’amato Eugenio.
COL DELLA BERRETTA, MASSICCIO DEL GRAPPA, 14 DICEMBRE 1917, LA BATTAGLIA D’ARRESTO
“Mi sento libero, tendo solo allo scopo supremo”
Gloriosa figura della Prima guerra mondiale, Giuseppe Garrone, insieme col fratello, fu protagonista di una delle storie più
toccanti del conflitto. Nutrito dei grandi ideali del Risorgimento volle vivere l’esperienza bellica in nome della libertà e del-
l’Unità d’Italia. Luminosa rimane la sua ultima impresa. Dall’11 dicembre la linea difensiva italiana schierata sul massiccio
del Grappa fu investita dall’offensiva della 14^ Armata austro-tedesca. Gli attaccanti riuscirono con un duro e sanguinoso
combattimento a occupare la sommità del Col della Berretta contrastati dagli alpini del Battaglione Tolmezzo dove combat-
tevano, l’uno accanto all’altro, i due fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone. Pinotto, al comando della 6^ Compagnia del
Battaglione, diresse le azioni dei suoi uomini senza lasciarsi prendere dal panico, pur in una situazione difficilissima, quando
l’esercito nemico che aveva già conquistato il Valderoa e il Monte Asolone sembrava sul punto di poter dilagare nella pianura
bassanese. Giuseppe, più volte colpito, fu costretto a lasciare il campo di battaglia. Proprio mentre era trasportato dal fratello
Eugenio all’ospedale da campo, un colpo di granata lo centrava togliendogli la vita.