Page 74 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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72 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
ALFONSO SAMOGGIA
Bologna, 8 settembre 1893 – Casotto di Trento, 6 giugno 1916
Un eroe, Samoggia, che appartiene a quella classe di uomini che, da una vita di ordinaria routine, sono portati a vivere espe-
rienze che li conducono a scoprire in se stessi capacità e doti straordinarie. Faceva nella sua città il lavoro di orafo quando
fu chiamato alle armi nel giugno 1915. Destinato come soldato semplice al 1° Battaglione del 2° Reggimento Granatieri,
ebbe il battesimo del fuoco a Oslavia e sul Sabotino. In ogni frangente il giovane si dimostrò combattente coraggioso e si
distinse in particolare per uno spiccato senso di orientamento sul terreno anche nelle fasi più concitate dei combattimenti.
Per queste sue peculiari doti fu quindi chiamato all’impegnativo compito di portaordini della sua compagnia. Un anno dopo,
nel maggio 1916, fu inviato con il 1° Battaglione Granatieri di Sardegna nella zona del Monte Cengio. Si succedettero giorni
di scontri sanguinosi, la situazione per la linea di difesa italiana divenne drammatica. In questo frangente Samoggia decise di
tentare un’uscita molto rischiosa per andare a chiedere rinforzi. Tanto ardimento non ebbe l’esito sperato perché la precaria
situazione del fronte non poteva permettere spostamenti di truppe. Pur in una tragica cornice di morte, resta comunque
memorabile l’ultimo gesto di quest’eroe che, ferito gravemente sul ciglio della sua trincea, preferì dare una falsa notizia pur
di non scoraggiare i suoi compagni. Raccolto in seguito dagli austriaci e soccorso, morì tre giorni dopo in un ospedale da
campo. Il gesto e le parole del granatiere furono agli inizi degli anni Trenta ricordati in una cartolina da Vittorio Pisani, l’il-
lustratore de La Tribuna illustrata, e in una medaglia.
ALTOPIANO DI ASIAGO, QUOTA 1152 DI CESUNA, 3 GIUGNO 1916, LA STRAFEXPEDITION
Resista, signor tenente, i rinforzi arriveranno
Alla fine di maggio 1916, il 1° Battaglione Granatieri di Sardegna raggiunto l’Altopiano di Asiago occupò il sistema montuoso
del Cengio e alcuni rilievi a nord, tra questi anche la posizione di Cesuna dove operava la compagnia di Samoggia. Su questa
linea del fronte i militari italiani combatterono per giorni con poche munizioni, scarse riserve di viveri e di acqua, senza ar-
tiglieria. Il 3 giugno, nel corso di un durissimo scontro in cui furono ingaggiati anche combattimenti alla baionetta, le forze
austro-ungariche stavano per avere il sopravvento. La resistenza dei Granatieri di Sardegna era ormai allo stremo; dopo
giorni di accaniti assalti della 34^ Divisione austro-ungarica era ormai convinzione di tutti che, senza l’arrivo di nuove unità,
non sarebbe stato più possibile mantenere le posizioni assegnate. Samoggia, intuita la gravità del momento, si slanciò in
campo aperto in una zona intensamente battuta del fuoco nemico per chiedere al Comando di battaglione rinforzi che, vista
la critica situazione su tutta la linea di difesa italiana, non erano disponibili. Il coraggioso portaordini tornò allora verso le
sue linee, ma, mentre stava per rientrare nella trincea, fu colpito in bocca da una pallottola di fucile. Sentendo venir meno le
forze, ben sapendo di mentire, ma convinto così di infondere speranza e di rincuorare i compagni, gridò: «Resista signor te-
nente, resista, i rinforzi arriveranno!». Dopo queste parole cadde al suolo. Alfonso Samoggia fu una delle sette Medaglie
d’Oro concesse ai Granatieri di Sardegna per la valorosa difesa sul Monte Cengio durante la Strafexpedition.