Page 76 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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74 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
ANGELO COSMANO
Molochio, Reggio Calabria, 1878 – Reggio Calabria, 1942
Originario della Calabria, dedicò la sua giovinezza alla vita militare, dove da subito dimostrò grandi doti di coraggio che lo
portarono a combattere tre guerre in tre differenti scenari. Si arruolò nei primi mesi del 1899 nel 44° Reggimento Fanteria
della Brigata Forlì, e dopo poco come soldato semplice partì per l’Eritrea, dove entrò a far parte del Regio corpo truppe co-
loniali con la 1^ Compagnia dei Cacciatori d’Africa, un’unità di fanteria composta esclusivamente da militari italiani volontari.
Nei suoi anni di permanenza nel Corno d’Africa acquisì una buona padronanza dell’amarico, la lingua parlata dalla maggio-
ranza della popolazione locale, e per questo fu scelto per l’inquadramento e l’addestramento del V Battaglione eritreo, con
il quale partì per la Tripolitania nel gennaio 1912 in occasione della guerra di Libia. Qui, nel giugno dello stesso anno, durante
il combattimento di Zanzur, un’oasi divenuta un caposaldo dei turco-arabi a pochi chilometri a ovest di Tripoli, portò in
salvo – caricandoselo sulle spalle – un ufficiale gravemente ferito, e ottenne per questo gesto una Medaglia d’Argento. Ter-
minata la guerra italo-turca rientrò in Italia e, iniziate le ostilità con l’Austria-Ungheria, ottenne il comando della 3^ Sezione
mitragliatrici nel suo antico 44° Reggimento della Brigata Forlì con il grado di maresciallo capo. Nel giugno 1915 la Forlì rag-
giunse la zona di Plava, sul Medio Isonzo. Nel mese di luglio, nel corso di un attacco sul Monte Kuk, il suo Reggimento
riuscì a conquistare posizioni importanti e Cosmano fu promosso maresciallo maggiore per il suo ardimento e le capacità di
comando. L’anno successivo la Brigata fu trasferita sull’Altopiano di Asiago dove il 10 giugno 1916 fu impegnata in un san-
guinoso scontro sulla linea Magnaboschi - Monte Lemerle. Cosmano, appostato con la 3^ Sezione mitragliatrici sulla vetta
del monte, si accorse di un tentativo di accerchiamento, rifiutò di arrendersi e, al termine di una strenua resistenza, costrinse
il nemico a ripiegare. Motu proprio Vittorio Emanuele III conferì il 23 agosto 1916 all’ardimentoso Angelo Cosmano la Me-
daglia d’Oro al valor militare.
ALTOPIANO DI ASIAGO, 10 GIUGNO 1916, LA STRAFEXPEDITION
Rispondere colpo su colpo
Al mattino del 10 giugno, perso dalla Brigata Granatieri di Sardegna il Monte Cengio, le truppe nemiche avanzarono verso
l’altura del Lemerle. La difesa del monte era affidata al 43° e al 44° Reggimento della Brigata Forlì. In questa unità si trovava
la sezione di mitragliatrici al comando del maresciallo maggiore Angelo Cosmano che, avvistato il nemico, si portò sopra un
poggio da dove poteva avere un migliore campo di tiro e da lì aprì un fuoco preciso e continuo contro le forze austro-un-
gariche. Furono ore drammatiche, un giorno e una notte di tragici scontri. A un violento tentativo di sfondamento da parte
del nemico, il reparto italiano non abbandonò la posizione, ma resistette rispondendo colpo su colpo. Alla fine, il bilancio
dei morti e dei feriti fu terribile: la Brigata Forlì perse oltre 1300 uomini, di cui 47 ufficiali, ma il Monte Lemerle rimase nelle
mani dei difensori italiani.