Page 86 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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84 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
GIORDANO OTTOLINI
Milano, 13 dicembre 1893 – Monte Spil, Vallarsa, 30 giugno 1916
Ottolini, dopo aver conseguito il diplomo magistrale si dedicò all’insegnamento nelle scuole elementari. Scoppiata la guerra,
nel giugno 1915 fu chiamato salle armi e arruolato nel 5° Reggimento Bersaglieri. A novembre, dopo aver frequentato un
corso per allievi ufficiali e essere stato nominato aspirante, fu inviato in Zona di guerra. A Oslavia, sulla destra dell’Isonzo
a pochi chilometri da Gorizia, si distinse presto per le doti di coraggio e di sangue freddo guidando il suo plotone all’attacco
delle posizioni nemiche. Nel corso dei combattimenti fu ferito a un braccio da un colpo di baionetta. Alla fine di febbraio,
promosso sottotenente, dopo l’evacuazione delle forze serbe da Valona, fu inviato in Albania con il 71° Reggimento Fanteria
della Brigata Puglie. A maggio 1916, con l’inizio dell’offensiva austro-ungarica in Trentino, la Brigata Puglie rientrò in Italia e
Ottolini, sempre in forza al 71° Reggimento, ottenne una Medaglia d’Argento per il valore dimostrato nel corso di un’azione
sul Pasubio, dove guidò i suoi uomini con audacia sotto il fuoco incrociato di mitragliatrici nemiche. Il suo senso del dovere
non lo abbandonò mai e lo portò, dopo poco tempo, ancora ferito, a tornare sulla linea del fuoco dove immolò la sua giovane
vita.
MONTE SPIL, 30 GIUGNO 1916, CONTROFFENSIVA ITALIANA SULL’ALTOPIANO DI ASIAGO
Duello mortale all’arma bianca
Il Monte Spil, nel gruppo del Pasubio delle Prealpi vicentine, fu teatro di una forte controffensiva della Brigata Puglie in Val-
larsa. Qui avvenne la straordinaria impresa da parte del bersagliere Ottolini, alla guida di un piccolo gruppo di commilitoni,
per tentare un coraggioso assalto a una postazione di mitragliatrici nemiche. Durante l’azione, i compagni dell’intrepido sot-
totenente milanese vennero falciati uno a uno dal fuoco avversario. Ottolini non volle desistere e, quando rimasto solo fu
accerchiato dagli austriaci che gli intimarono la resa, afferrò un piccone con cui colpì l’ufficiale a lui più vicino. Benché ferito
riuscì a rientrare nelle linee italiane ma tornò nuovamente all’assalto per conquistare la postazione di mitragliatrici, fino a
quando, poco dopo, cadde colpito a morte da un proiettile in fronte. La sua città natale, Milano, lo ricorda con un monumento
nella zona di Porta Romana insieme alle 18 vittime del bombardamento austriaco sul quartiere del 14 febbraio 1916.